giovedì 29 gennaio 2009

Il mare di legno

Come si rema su un mare di legno?


A Dutch Mastiff with Dunham Massey in Background, Jan Wyck, Dunham Massey, Altricham, National Trust Photographic Library)

Jonathan Carroll, Il mare di legno (The Wooden Sea, 2004), "Lain", 11, Fazi, Roma, 2004, traduzione di Lucia Olivieri, 310 pagine.

Terzo romanzo (dopo Kissing the beehive e Marriage of the Sticks) ambientato nell'immaginaria cittadina di Crane's View, nello stato di New York, che segna il ritorno di Frannie McCabe, capo della polizia, già protagonista del Matrimonio dei Fiammiferi.
L'arrivo di un cane a tre zampe, una piuma e degli alieni catapultano la vita di Frannie McCabe in una dimensione surreale dove dovrà convivere con la sua versione ventenne e conoscerà cosa gli riserva la sua vecchiaia.



Quel che vai con gli occhi cercando/vai negli occhi portando. Meister Eckhardt (epigrafe)

Ma in un matrimonio è necessario fare qualche compromesso. La tua compagna ti dà la longitudine, e tu le dai la latitudine. In questo modo, se siete fortunati, riuscite a disegnare la mappa di un mondo comune che entrambi siete in grado di riconoscere e abitare comodamente. p.29

Lei ha fatto un respiro lungo e profondo. Uno di quei respiri che si fanno prima di dire qualcosa che cambierà tutto, che trasformerà definitivamente il tuo mondo, una volta detta. p. 32

«Quanti anni hai, Frannie?».
«Quarantotto».
«Hai notato che col passare degli anni anche il significato delle parole cambia? Quando ero giovane pensavo che vecchio volesse dire averne cinquant'anni. Adesso che ho cinquant'anni, per me vecchio vuol dire ottanta. Quando avevo vent'anni, credevo che la parola amore volesse dire una donna sexy e un bel matrimonio. Adesso provo amore solo per il mio lavoro, per Chuck e per questo albero. E mi basta».
Ho piantato la vanga nel terreno e mi sono tirato su facendovi leva. «Non mi stai semplicemente dicendo che tutto è relativo?».
«No, sto dicendo qualcosa di completamente diverso. Nel corso della nostra esistenza le nostre definizioni delle cose cambiano radicalmente, ma dato che il mutamento è graduale non ce ne accorgiamo. Col passare degli anni, i nostri vecchi nomi non sono più adatti, ma li usiamo lo stesso». p.46

Qualche notte dopo l'ometto smanioso che si è installato nella mia vescica da quando ho raggiunto la quarantina mi ha svegliato chiedendomi di condurlo in bagno... IMMEDIATAMENTE! Benvenuta mezz'età, quel tempo della vita in cui si impara che nel proprio corpo ci sono parto che continuano a funzionare e altre che decidono do dare forfait. p.54

«Ho paura, Frannie».
«Anch'io».
«Tu? Ma se non hai mai paura, tu».
«Ho paura di perdere tutto questo un giorno senza averlo amato abbastanza. Ricordatelo: ama la vita ogni istante che passa. Amala anche per me quando te ne ricorderai». p.295



martedì 27 gennaio 2009

Gargoyle




Die Liebe Ist Stark Wie Der Tod, Marianne


Andrew Davidson, Gargoyle (Gargoyle, 2008) "Collezione Scrittori Italiani e Stranieri", Mondadori, Milano, 2008, traduzione di Katia Bagnoli, 478 pagine.

Un attore porno, cocainomane e bellissimo esce di strada con la sua macchina che si incendia provocandogli ustioni di terzo grado su tutto il corpo, l'amputazione delle dita delle mani e dei piedi e del pene. La vita come l'aveva condotta fino a quel momento crolla, gli amici lo abbandonano e arriva al punto di meditare il suicidio.
Ma, una scultrice milionaria schizzofrenica, paziente del reparto psichiatrico dell'ospedale dove è ricoverato, s'innamora di lui, gli sta accanto, paga le costose cure mediche e, una volta dimesso, lo porta a casa sua.
Perchè in realtà Marianne Engel non è altro che una ex suora e miniatrice del monastero di Engelthal, centro mistico della Germania medievale, ha più di settecento anni, conosce dieci lingue, è una cuoca provetta e, cosa più importante, è sua moglie.
Frutto probabilmente di un overdose di berserkjasveppur e di una lettura forzata e mal digerita della Divina Commedia (solo dell'Inferno però), Davidson è riuscito a scrivere un romanzo la cui trama è generoso definire ridicola.
I capitoli sono 34, anzi XXXIV, la frase finale di ogni capitolo contiene una lettera in gotico che, ricomposta, forma una variazione dell'epigrafe (la traduttrice italiana ha dovuto, per farla tornare, inserire un poco credibile Okay...) e non mancano citazioni in giapponese e islandese...
Il titolo deriva dalle opere di Marianne, che però, come precisa l'autore non sono gargoyle (gargolla, doccioni) ma grotesque (in Italiano però questa distinzione funziona meno).

domenica 25 gennaio 2009

Le spie non devono amare





Giorgio Scerbanenco, Le spie non devono amare, "Gli elefanti. Narrativa", Garzanti, Milano, 2002, 195 pagine.

Le spie non devono amare appartiene alla moltitudine di opere che l'autore ha scritto su riviste femminili.
Lo stile è quello frettoloso da produzione seriale, i personaggi sono stereotipati e i dialoghi da fotoromanzo. Si tratta di un romanzo d'appendice, a metà tra il romanzo rosa e la spy story da rotocalco.
In questo, Scerbanenco non si maschera, e il romanzo è un dichiarato ed onesto prodotto artigianale. L'unico modo per non gettare il libro dalla finestra è prenderlo con ironia...

Sono Ornella Dallas, la moglie di un agente segreto, di una spia. La moglie della spia Falk. tutto il mondo, tutti i giornali hanno parlato di noi, la polizia internazionale ci ha cercato, i nemici hanno tentato di prenderci e ucciderci, ma ora è tutto finito e siamo qui al sicuro, in questa grande villa sul mare, che è forse come una gabbia d'oro, una prigione dorata, eppure vi viviamo al sicuro e felici.
Ho voluto raccontare la mia storia che, attraverso i giornali, arriverà a tutte le donne del mondo, perché tutte le donne sappiano che si può avere felicità e amore anche nelle situazioni più disperate, anche se si è la moglie di una spia.
Diversi anni fa a Berlino, in un grande albergo, io incontrai un uomo, era una spia, uno degli agenti segreti più temibili e pericolosi d'Europa. Me ne innamorai, e l'ho sposato. L'ho spostao anche sapendo che era un a spia e l'ho seguito per lunghi anni nella buona e nella cattiva sorte, come dicono quando ci si sposa, nelle avventure più angosciose e disperate. Le spie non devono amare, eppure noi ci siamo amati, e ci amiamo ancora, qui, davanti a questo mare, e ci ameremo per sempre. p. 195.

sabato 24 gennaio 2009

La voce





Arnaldur Indriðason, La voce (Röddin, 2002), "Narratori della Fenice", Guanda, Parma, 2008, traduzione di Silvia Cosimini, 316 pagine.

Il portiere di un grande albergo di Reykjavík viene trovato morto vestito da babbo natale nello stanzino dei sotterranei dove viveva da più di vent'anni in quasi totale solitudine. A metà tra il giallo classico e il noir, l'ambientazione islandese rende il tutto un po' surreale e, per i nomi, a tratti, sembra di leggere un racconto di Tolkien.
Quinto romanzo della serie con protagonista Erlendur Sveinsson; nel 2007 ha vinto il Grand prix de littérature policière come migliore opera straniera.

27 gennaio 2009
Sul numero di Internazionale in edicola questa settimana, è tradotto un interessante articolo sui giallisti nordici, che a proposito dell'Islanda dice:

L'Islanda è uno strano paese per ambientarci dei gialli. Eppure conta almeno una decina di autori di polizieschi, e uno in particolare Arnaldur Indridason si sta costruendo una solida reputazione internazionale [...]
Prima di interrogare i colpevoli, sono andato a chiedere un parere alle forze dell'ordine [...] "Abbiamo in media un omicidio o due all'anno, per lo più dovuti a violenze domestiche o all'alcol. Non sempre si trova il corpo, perchè spesso viene gettato in una faglia vulcanica. Il colpevole, però, finisce sempre per confessare.[...] in tutto il territorio nazionale ci sono solo 700 poliziotti. [...] "In effetti questo paese è una specie di paradiso", afferma Indridason. "Per questa regione in Islanda c'è voluto molto tempo perché si affermasse il genere poliziesco. Da queste parti si commettevano così pochi crimini che per anni la nostra società si è considerata baciata dalla grazia dell'innocenza. Leggendo i gialli stranieri, gli islandesi si convincevano che l'inferno fosse altrove".

Patrick Raynal - Aux sources du « polar nordique ». Les polars venus du froid déferlent sur l’Europe, XXI, 4, 2008 (trad.it Andrea De Ritis: I Thriller venuti dal freddo, Internazionale 779, 23 gennaio 2009 pp 46-52)

giovedì 22 gennaio 2009

Baghdad Football Club





Simon Freeman, Baghdad Footbal Club. La tragedia del calcio nell'Iraq di Saddam (Baghdad FC, 2005), ISBN, Milano, 2006, traduzione di Gianmaria Pastore, revisione di Massimiliano Galli, 304 pagine.

JAKARTA (Indonesia), 29 luglio 2007 Finale della Coppa D'Asia 2007
Iraq - Arabia Saudita 1-0 (Younis Mahmoud 71')

Formazioni: Iraq – Noor Sabri Abbas, Gholan, Bassim Abbas (dal 87' Ali Abbas), Abdul Amer, Rehema, Akram, Mohammed, Karrar Jassim (dal 80' Ahmed Mendajed) , Mahdi Karim (dal 90' Ahmed Abid Ali), Quasay Munir, Younis Mahmoud (cap.), ALL. Yorvan Vieira (BRA)
Arabia Saudita – Yassserr Al Mosale, O. Hawsawi, Al Qahtani (dal 46' Al Mousa), Al Bahari, Jahdali, Khariri, Aziz, Al Jassam (dal 73' Abdoh Autef), A. Al Qahtani, Al Hawsawi, Y. Al Qahtani (cap.). Arbitro: Mark Shield. Ammoniti: Qusay Munir (11'), Karrar Jassan (25'), Younis Mahmoud (38'), Ali Rehema (72') Iraq - Walid Jahdali(38') Arabia Saudita

L'Iraq arriva inaspettatamente alla finale. L'esordio, nel gruppo A, si risolve in un pareggio 1 - 1 con la Thailandia, con gol di Younis Mahmoud. L'Iraq vince a sorpesa la seconda partita con l'Australia per 3 - 1. Il pareggio, 0 - 0, con l'Oman permette di approdare ai quarti dove la nazionale irachena sconfigge il Vietnam per 2 - 0.
In semifinale, solo i rigori decidono la partita con la Corea del Sud dopo lo 0 - 0 maturato sul campo. In finale deve fronteggiare l'Arabia Saudita.
Nella finale il primo tempo si conclude a reti inviolate, la formazione irachena appare più vivace in attacco ma le sue azioni offensive s'infrangono contoo l'ordinata difesa saudita. Il secondo tempo ricomincia con l'Iraq all'attacco senza sostanziali differenze dal primo tempo fino a quando al 69' una bella azione di contropiede irachena si conclude con la conquista di un calcio d'angolo. Un cross a spiovente dalla bandierina, che il portiere dell'Arabia Suadita manca colpevolmente, permette a Younis Mahmoud di insaccare con un preciso colpo di testa.



Il resto della partita è caratterizzato dagli attacchi disordinati dell'Arabia Saudita che non riesce a ribaltare il risultato. La formazione irachena, allenata dal tecnico brasiliano Yorvan Vieira, per la prima volta nella sua storia, conquista la Coppa d'Asia. Younis Mahmoud capitano e capocannoniere (con 4 reti) della competizione è eletto miglior giocatore del torneo. In Iraq si scatena il delirio dei festeggiamenti.

Questa partita è la parte mancante del libro di Freeman in cui ripercorre gli ultimi anni di storia del calcio iracheno dal regime di terrore del figlio di Saddam, Uday, alla difficile normalizzazione nei giorni dell'occupazione americana.

Attualmente la rappresentativa irachena di calcio occupa l'85° posto del ranking FIFA.

Dall'inizio della guerra ad oggi sono morti, secondo Iraq Body Count tra i 90,441 e i 98,730 civili.

martedì 20 gennaio 2009

Stabat Mater




Noi siamo sepolte vive in una delicata bara di musica.

Tiziano Scarpa, Stabat Mater, "Supercoralli", Einaudi, Torino, 2008, 144 pagine (p).

Il Pio Ospedale della Pietà, fondato a Venezia nel 1346, era un istituto religioso che accoglieva orfani e bambini malati o indigenti.
Mentre i maschi venivano ospitati fino ai 15 anni, le ragazze venivano avviate all'educazione musicale rimanendo nell'organico dell'Ospitale o lasciando la Pietà solo dopo il matrimonio, spesso combinato dall'Istituto.
Il termine "conservatorio" deriva infatti da questa usanza, di origine napoletana, di avviare alla musica gli orfani "conservati" negli istituti.
Dei quattro ospedali veneziani, quello di Santa Maria della Pietà è quello che ha goduto di maggiore fama; la bravura esecutiva delle ragazze e la direzione di maestri del calibro di Antonio Vivaldi, Francesco Gasperini e Nicola Porpora atrassero infatti principi e cultori della musica da tutta Europa.
La più famosa delle "figlie di Choro" fu Anna Maria Dal Violin, allieva di Vivaldi, ma altre sono citate e furono ammirate durante le loro esecuzioni.

Anche la differenza principale l'ho imparata dal dipinto che sta sopra l'altare, con tutti quei bambini mostruosi, ognuno con un paio d'ali piantate sulle spalle. Fra le cosce avevano un'altra imperfezione, un difetto più piccolo ma non meno bizzarro. A ciascuno di loro, dal primo all'ultimo, pendeva un dito grassoccio e senza unghia. Al pari delle ali, credevo che anche quella fosse una prerogativa di quegli esseri eccezionali. Come sono fatti gli uomini, sono venuta a saperlo dal sesso degli angeli. p. 40

I bambini sono la paura di morire che fugge via dai nostri corpi mortali. p.46

Noi siamo una parvenza che secerne musica. Siamo fantasmi che soffiano una sostanza impalpabile. Noi risultiamo belle perché siamo misteriose e spargiamo bellezza nell'aria, la menzogna della muscia maschera la nostra afflizione. p. 50

- C'è una grande consolazione nella monotonia. Le abitudini servono a cullare gli animi che non hanno nessun altro abbraccio che li riscaldi. p. 66

- Ti facevo molto più disincantata. Più dura.
- Guarda che è molto più disincantato amare che essere amati. Non aspettarsi niente da nessuno. p. 98



Dalla busta del registro ho sottratto il segnale, la mezza rosa dei venti che ho rubato dall'archivio dell'Ospitale. L'ho buttata in mare questa notte, come buon auspicio, come suggerimento alle correnti, perché si orientino per il verso giusto e ci portino dove mi aspetta la mia sorte.

lunedì 19 gennaio 2009

German Amok




KanakAttack. The Turk’s third siege?
Installazione di Feridun Zaimoglu, Kunsthalle, Vienna, 7 - 28 marzo 2005

Feridun Zaimoglu, German Amok (German Amok, 2002), ISBN, Milano, 2008 traduzione di Margherita Belardetti, Elena Sinisi, Revisione Marco Agosta, 244 pagine.

Amok è una parola che, nell'India coloniale, identificava la rabbia cieca dell'elefante separato dai suoi cuccioli e che è stata contrabbandata nel linguaggio occidentale dai libri di Kipling. Zaimoglu è uno scrittore ed un artista nato in Turchia ma naturalizzato tedesco che ha scritto romanzi sui quasi tre milioni di turchi che vivono in Germania sottolinenado come essi abbiano costruito una realtà che non è né turca né tedesca ma che è influenzata da entrambe le culture.
Questo però non è un romanzo sull'integrazione ma un romanzo tedesco, scritto con stile soprendente, sulla vacuità schizzofrenica del mondo artistico berlinese (ed in particolare di quello delle arti figurative).
Forte dell'esperienza personale, Zaimoglu demolisce l'immagine patinata della capitale riunificata della Germania e con una scrittura eccessiva e schizzofrenica sostituisce il glamour con immagini di desolazione umana ed intellettuale.
Helena Janeczek su Nazione Indiana ha scritto una lunga e bella recensione del libro e, prima dell'edizione di ISBN, ne aveva tradotto l'inizio.
Di seguito invece la recensione disegnata da Marco Petrella per l'Unità.



Nell'Altro Paese le strade costeggiano piccoli insediamenti. meglio non sostare nei villaggi. In numerose stazioni di servizio nelle ore serali si raccolgono le giovani generazioni che hanno in odio il mondo. p. 109

Sul primo foglio del blocco non disegno, questione di scaramanzia. p 120

I Primitivi non vanno in giro con scarpe robuste, le loro piante dei piedi si impregnano dei prodotti di fissione di organismi in decomposizione. Sulle loro mani si appiccia il sangue di piccoli parassiti, pertanto bisognerebbe salutarli da una certa distanza, senza adottare le modalità di saluto previste dalla loro cultura. p.120

La povertà rende liberi: morale da baraccopoli di quelli che hanno avuto la peggio. Ai ricchi manca solo un rimedio contro il decadimento fisico. Agli straccioni pure. p.121

Quando il gioco si fa duro, un popolo risplvera le danze delle spade del suo Vecchio mondo. p.222

I Migranti saranno sempre infelici, e la loro infelicità è la nostra condanna.
Un'inquisizione che imponga loro di rinnegare i propri costumi non esiste, la tolleranza ha accecato le persone. p. 222-3

A quanto pare oggi al pittore impegnato piace unicamenente raffigurare oggetti di uso comune: dipinge tazze e bicchieri, e per lui un accendino gettato via è sufficiente a trasformarsi in icona del consumismo. [...] Impila vecchi barattoli del caffè, ed tormentato dalla paura che la latta possa luccicare come metallo prezioso, possa rinviare a un ordine trascendentale, metaforico. la "situazione concreta" è la sua espressione favorita, mentre la storia per lui non è altro che una concatenazione di date e cicli transeunti. All'artista oggi non intressa la materia, gli basta conoscere la tensione in superficie; servendosi di trucchi e tecniche pittoriche che ogni mezza calzetta di docente di accademia di belle arti è in grado di insegnare, il pittore impegnato riesce a dare forma passabile alla sua idea. Bisogna buttare in strada simili opere d'arte, esporle alla pioggia, al caldo e all'ira dei passanti: la distruzione di questi quadracci scadenti è un sacrosanto dovere. p. 232

venerdì 16 gennaio 2009

Storie raccapriccianti di bambini prodigio





Linda Quilt, Storie raccapriccianti di bambini prodigio. Sette casi che possono servire da monito agli ignari genitori. (Schauderhafte Wunderkinder, 2006), "I coralli", Einaudi, Torino, 2007, Illustrazioni di Michael Sowa, traduzione di Alessandra Montrucchio, 129 pagine.

Linda Quilt è un nuovo pseudonimo dell'eclettico e multiforme scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger.
Si tratta di sette racconti surreali di bambini con super-poteri che ad un lettore italiano possono ricordare da vicino le storie e lo stile di Stefano Benni. I racconti sono illustrati da Michael Sowa, famoso disegnatore e autore, tra l'altro, delle animazioni per il film Le Fabuleux Destin d'Amélie Poulain.

giovedì 15 gennaio 2009

L'insegnante di astinenza sessuale





Tom Perrotta, L'insegnante di astinenza sessuale (The Abstinence Teacher, 2007) "Dal Mondo. USA", edizioni e/o, Roma, 2008, traduzione di Nello Giugliano, 407 pagine.

Romanzo piacevole che affronta in maniera leggera e verosimile le ingerenze dell'integralismo evangelico nel sistema scolastico americano.

martedì 13 gennaio 2009

Il giardino selvaggio




Giambologna, Fontana di Venere (Giardino di Boboli, Firenze)

Mark Mills, Il giardino selvaggio (The Savage Garden, 2007), "I Coralli", Einaudi, Torino, 2008, traduzione di Marta Matteini, 332 pagine.

Nell'Italia del secondo dopoguerra un giovane studente inglese compie un viaggio in Toscana per svolgere una tesi sul giardino rinascimentale di una villa.
In un paio di settimane decifrerà l'enigma nascosto nel giardino, verrà condotto da un'anziana signora verso la scoperta di torbidi segreti di famiglia e troverà l'amore della sua vita.
Penosa, tra i molti altri stereotipi, l'immagine del giovane inglese che pedala nel sentiero di ghiaia fiancheggiato da cipressi accompagnato dal suono del tintinnio di una bottiglia di vino (Chianti?) nel cestello della bicicletta...

Philip Roth

Philip Roth (Newark, 19/03/1933)
Romanzi

Serie con protagonista o narratore Nathan Zuckerman
  • 1979, Lo scrittore fantasma (The Ghost Writer)
  • 1981, Zuckerman scatenato (Zuckerman Unbound)
  • 1983, La lezione di anatomia (The Anatomy Lesson)
  • 1985, L'orgia di Praga (The Prague Orgy)
  • 1986, La controvita (The Counterlife)
  • 1997, Pastorale americana (American Pastoral)
  • 1998, Ho sposato un comunista (I Married a Communist)
  • 2000, La macchia umana (The Human Stain)
  • 2007, Il fantasma esce di scena (Exit Ghost)
Serie con protagonista David Kepesh

  • 1972, Il seno (The Breast)
  • 1977, Professore di desiderio (The Professor of Desire)
  • 2001, L'animale morente (The Dying Animal)

Altri romanzi
  • 1959, Goodbye, Columbus
  • 1962, Letting Go
  • 1967, Quando Lucy era buona (When She Was Good
  • 1969, Lamento di Portnoy (Portnoy's Complaint)
  • 1971, Cosa Bianca Nostra (Our Gang)
  • 1973, Il grande romanzo americano (The Great American Novel)
  • 1974, La mia vita di uomo (My Life As a Man)
  • 1990, Inganno (Deception: A Novel)
  • 1993, Operazione Shylock (Operation Shylock: A Confession)
  • 1995, Il teatro di Sabbath (Sabbath's Theater)
  • 2004, Il complotto contro l'America (The Plot Against America)
  • 2006, Everyman (Everyman)
  • 2008, Indignazione (Indignation)
  • 2009, L'umiliazione (The Humbling)
  • 2010, Nemesi (Nemesis )
 Scritti autobiografici

lunedì 12 gennaio 2009

Il teatro di Sabbath




Morris Sabbath
"Mickey"
Amato Puttaniere, Seduttore,
Sodomizzatore e Sfruttatore di Donne,
Distruttore della Morale, Corruttore della Gioventù
Uxoricida
Suicida
1929 - 1994

Philip Roth, Il teatro di Sabbath (Sabbath's Theater, 1995), "ET Scrittori", 638, Einaudi, Torino, 2006, traduzione di Stefania Bertola, 479 pagine.

Per narrare la storia del burattinaio Morris Sabbath, Roth attinge a tutta la sua versalità.
Dopo un breve inizio grottesco, i toni diventano subito quelli tipici di tutti i romanzi con Roth come protagonista. Questo stile serve per descrivere la storia della famiglia di Sabbath fino alla morte del fratello.
Quando la narrazione si sposta nel presente del secondo matrimonio di Mickey, Roth mette al sevizio tutta la forza comunicativa per qualcosa di molto vicino alla pornografia. Memorabile, in questo senso, la trascrizione della telefonata di Sabbath con Kathy Goolsbee e trasmessa dalla S-A-B-B-A-T-H (Women Against) Sexual Abuse, Belittlement, Battering And Telephone Harassment. Compare anche Jinx l'infermiera che odiava gli ebrei coprotagonista di Operazione Shylock.
Nel finale, la lucida disperazione dell'ex-burattinaio, è descritta in maniera drammatica ed intensa con i toni che saranno quelli di Pastorale americana.

Giura che non scoperai più le altre o fra noi è finita. Questo l'ultimatum, il delirante, improbabile, assolutamente imprevedibile ultimatum che la signora cinquantaduenne impose tra le acrime al suo amante sessantaquattrenne, il giorno in cui il loro legame, di stupefacente impudicizia e altrettanto stupefacente riservatezza compiva tredici anni. p.5

Drenka era una croata bruna, un tipo italiano, proveniente dalla costa dalmata, piuttosto piccoletta, come Sabbath, una donna piena e soda attestata sul più provocante limitare del sovrappeso, con una figura che nei momenti di massima floridezza rammentava quelle statuette di creta modellate nel 2000 avanti Cristo, bambolette grasse con grosse poppe e grandi cosce trovate negli scavi dall'Europa all'Asia Minore e adorae sotto unadozzina di nomi diversi come grande madre degli dei. p.7

- Sbagliato, - le rispose lui [...] - i segreti rendono avventurosi, i segreti rendono ripugnanti, rendono soli, rendono seducenti, rendono audaci, , rendono imbecilli, i segreti rendono perduti, rendono umani, rendono... p.64

- Negarlo. Non "negare". E' un verbo transitivo, o almeno lo è stato finché in questo paese non si è diffuso il linguaggio degli imbecilli. p.99

E quella fu la prima volte in cui comprese, e ammise, quello che doveva fare. Il problema rappresentato dalla sua vita non sarebbe mai stato risolto. non era un genere di vita con scopi precisi, e i mezzi per realizzarli, una vita in cui fosse possibile dire : "Questo è essenziale e questo no, questo non lo faccio perché non posso sopportarlo, e questo invece lo faccio perché posso sopportralo". Non c'era modo di districare un'esistenza in cui la ribellione era l'unica disciplina, e di cui costituiva l'unico piacere. p.119

Senza casa, senza moglie, senza amante, senza soldi... buttati in quel gelido fiume e annegati. Nasconditi nei boschi e addormentati, e se mai domattina dovessi svegliarti, continua a inoltrarti fincé ti sarai perduto. p.119

Il che dimostra semplicemente quello che prima o poi impariamo tutti: l'assenza di una persona può stroncare la persona più forte. p. 151

Senza moglie, senza amante, senza soldi, senza vocazione, senza casa.. e adesso, come se non bastasse, alla macchia. Se non fosse stato troppo vecchio per imbarcarsi di nuovo, se le sue dita non fosser state rovinate dall'artrite, se Morty fosse vissuto e Nikki non fosse stata pazza, o se lui non fosse stato... se non fossero esistiti la guerra, la follia, la perversione, la morbosità, l'imbecillità, il suicidio e la morte, era probabile che lui sarebbe stato molto più in forma. p.157

... tutte scritte a mano con inchiostro blu. Penna stilografica. L'ultima ragazzina in America che usa la stilo. A Bahia non dureresti cinque minuti. p.183

Sotto l'incantesimo triste del giorno che finisce, del crepuscolo fumoso sul calar dell'anno, della luna così ostentatamente superiore al volgare, meschino sproloqui di questa nostra esistenza sublunare, perché mai Sabbath esita? I Kamikazi sono tuoi nemici comunque, che tu faccia o non faccia, quindi tanto vale fare. Si, certo, se ancora puoi fare qualcosa, allora devi farlo, questa è la regola aurea dell'esistenza sublunare, che tu sia un verme tagliato in due o un uomo con una prostata come una palla da biliardo. Se ancora puoi fare qualcosa, fallo! Tutto ciò che vive, questo lo sa. p.250

In quanta stupidità dobbiamo calarci per raggiungere alla nostra meta, quali sconfinati errori bisgona saper commettere! Se qualcuno te lo dicesse prima, quanti errori dovrai fare, tu diresti no, mi spiace è impossibile, torvatevi qualcun'altro; io sono troppo furbo per fare tutti quegli errori. p.421

martedì 6 gennaio 2009

Booklist 2008




01.01.08 Slow Man - John M. COETZEE
02.01.08 Mara And Dann - Doris LESSING
07.01.08 Molto forte, incredibilmente vicino - Jonathan SAFRAN FOER
08.01.08 Un gioco da bambini - James Graham BALLARD
09.01.08 Palazzo Yacoubian - 'Ala AL-ASWANI
11.01.08 L'uomo che fu Giovedì - Gilbert Keith CHESTERTON
14.01.08 Indecision - Benjamin KUNKEL
15.01.08 Il complotto contro l'America - Philip ROTH
22.01.08 Terrorista - John UPDIKE
28.01.08 Underworld - Don DE LILLO
15.02.08 Arrivederci Amore Ciao, Massimo CARLOTTO
19.02.08 Brooklin senza madre - Jonathan LETHEM
22.02.08 Non è un paese per vecchi - Cormac MCCARTHY
23.02.08 Figli di Dio - Cormac MCCARTHY
26.02.08 La quinta stagione - Piero COLAPRICO
28.02.08 Un pacifico matrimonio - Doris LESSING
02.03.08 La partenza dei musicanti - Per Olof ENQVIST
07.03.08 L'apprendista assassino - Robert HOBB
10.03.08 Previsioni del tempo - WU MING (VN7)
10.03.08 L'uomo che uccise Getulio Vargas - Jo SOARES
12.03.08 I dannati di Malva - Licia TROISI (VN8)
12.03.08 La macchia umana - Philip ROTH
17.03.08 Sequenze di memoria - Loriano MACCHIAVELLI (VN9)
19.03.08 Super-Cannes - James Graham BALLARD
22.03.08 Onora il padre - Giancarlo DE CATALDO
23.03.08 Una comunità perduta - Doris LESSING
24.03.08 Una notte al Drive-in 3 (Gita per turisti) - Joe R. LANSDALE
25.03.08 Dance Dance Dance - Murakami HARUKI
30.03.08 Imperium - Ryszard KAPUSCINSKI
03.04.08 Ecco la storia - Daniel PENNAC
03.04.08 Memoria del fuoco (Vol. 1 Le origini) - Eduardo Hughes GALEANO
27.04.08 Trilogia sporca dell'Avana - Pedro Juan GUTIERREZ
01.05.08 L'urlo e il furore - William FAULKNER
12.05.08 La terra della mia anima - Massimo CARLOTTO
13.05.08 Biondo 901 - Alessandro ZANNONI
13.05.08 Il periplo di Baldassarre - Amin MAALOUF
14.05.08 Il manuale degli inquisitori - Antonio LOBO ANTUNES
19.05.08 Il venditore di passati - José Eduardo AGUALUSA
20.05.08 Uomini e cani - OMAR DI MONOPOLI
20.05.08 Bloody Mary - Marco VICHI, Leonardo GORI (VN10)
22.05.08 Radio Libera Albemuth - Philip K. DICK
26.05.08 La pioggia prima che cada - Jonathan COE
27.05.08 Il buio fuori - Cormac MCCARTHY
29.05.08 Luce virtuale - William GIBSON
03.06.08 La bicicletta di Leonardo - Paco Ignacio TAIBO II
07.06.08 Nel nome del porco - Pablo TUSSET
08.06.08 Album di famiglia - Gianni MATERAZZO
11.06.08 Italian Fiction - Michele VACCARI
12.06.08 Sardina Blues - Flavio SORIGA
16.06.08 Niente più niente al mondo - Massimo CARLOTTO
19.06.08 Eldorado - LAurent GAUDE
19.06.08 Cristiani di Allah - Massimo CARLOTTO
19.06.08 Patrimonio. Una storia vera - Philip ROTH
24.06.08 La tavola fiamminga - Arturo PEREZ-REVERTE
30.06.08 Il carro magico - Joe R. LANSDALE
02.07.08 L'ottava vibrazione - Carlo LUCARELLI
29.07.08 La breve favolosa vita di Oscar Wao - Junot DIAZ
03.08.08 Tutto per una ragazza - Nick HORNBY
09.08.08 Al mare con la ragazza - Giorgio SCERBANENCO
10.08.08 Everyman - Philip ROTH
18.08.08 Stella del mattino - WU MING 4
24.08.08 Che fine ha datto Mr.Y? Scarlett THOMAS
27.08.08 noi saremo tutto - Valerio EVANGELISTI
29.08.08 L'inattesa piega degli eventi - Enrico BRIZZI
31.08.08 Nelle mani giuste - Giancarlo DE CATALDO
01.09.08 Straniero in terra straniera - Robert A. HEINLEIN
07.09.08 Il collare spezzato - Valerio EVANGELISTI
08.09.08 Una piccola morte a Lisbona - Robert WILSON
11.09.08 Voci dalla strada - Philip K. DICK
22.09.08 L'ultimo giorno felice - Tullio AVOLEDO (VN 11)
23.09.08 Zona disagio - Jonathan FRANZEN
25.09.08 Nakano Hitori/Train Man
29.09.08 Il paradiso del diavolo- James Graham BALLARD
30.09.08 La grammatica di Dio - Stefano BENNI
03.10.08 Ogni cosa è illuminata - Jonathan SAFRAN FOER
08.10.08 Le stanze illuminate - Richard MASON
17.10.08 Tre camere a Manhattan - George SIMENON
20.10.08 La fortezza della solitudine - Jonathan LETHEM
29.10.08 L´uomo che volle essere Perón - Giovanni Maria BELLU
01.11.08 Millenium People - James Graham BALLARD
04.11.08 Necropoli - Boris PAHOR
09.11.08 Operazione Shylock - Philip ROTH
17.11.08 Madame Angeloso - François VALLEJO
20.11.08 Amnesia Moon - Jonathan LETHEM
22.11.08 Memorie di un nano gnostico - David MADSEN
25.11.08 Dio la benedita dott. Kevorkian - Kurt VONNEGUT
25.11.08 Collodro - Salvatore NIFFOI
08.12.08 Il palazzo delle pulci - Elif SHAFAK
14.12.08 Con la faccia di cera (VN12) - Girolamo DE MICHELE
14.12.08 Il matrimonio dei fiammiferi - Jonathan CARROLL
18.12.08 Navi a perdere (VN13) - Carlo LUCARELLI
18.12.08 Controinsurrezioni - Valerio EVANGELISTI, Antonio MORESCO
22.12.08 Il giovane sbirro - Gianni BIONDILLO
28.12.08 Maruzza Musumeci - Andrea CAMILLERI

Samarcanda


Gigo Gabashvili, Bazar a Samarcanda, 1890 ca.
Amin Maalouf, Samarcanda (Samarcande, 1998), "Tascabili Bompiani. Best Seller", 859, Bompiani, Milano, 2005, traduzione dal francese di Emanuela Fabini, 303 pagine.

In un breve scritto, contenuto in Otras inquisiciones, Borges riporta la storia di un patto tra tre personalità eccezionali della Persia dei Selgiuchidi. Il primo di questi è Omar Khayyam (1048–1131), matematico, astronomo e poeta, il secondo Nizam al-Mulk (1018–1092) e il terzo è Hassan-i Sabbāh (1034-1124) fondatore della setta degli Assassini.
Maalouf sviluppa la storia apocrifa dell'amicizia dei tre e compone un romanzo incentrato sulle traversie del manoscritto di quartine (Rub'ayyat) scritto da Omar Khayyam.
Il racconto si dipana dalla Persia del XI secolo, tra Samarcanda, Isafahan e la fortezza di Alamut per finire nelle profondità oceaniche dove il manoscritto affonda insieme al Titanic.
La narrazione segue il manoscritto dal momento della sua creazione alla sua riscoperta ad opera di un americano, Benjamin Omar Lesage, che lo recupera dalle mani di Mirza Reza Kermani, seguace di Jamāl-al-dīn Asadābādī e assassino dello Shah Nasser al-Din attraverso gli anni della Rivoluzione costituzionalista iraniana.
Benjamin Omar Lesage, reincarnazione di Omar Khayyam, compie un percorso parallelo a quello del grande poeta persiano diventando amico di Howard Conklin Baskerville (1885-1909) martire americano della rivoluzione iraniana e di William Morgan Shuster (1877—1960) ministro del tesoro della repubblica persiana e dello stesso Jamāl-al-dīn in esilio a Costantinopoli.


In fondo all'Atlantico c'è un libro. Io ne racconterò la storia.
"Quante volte da adolescente e in seguito, dopo l'adolescenza, ho incontrato uno sguardo, un sorriso. Durante la notte sognavo che quello sguardo diventasse presenza, diventasse carne, donna, luce abbagliante nell'oscurità. E all'improvviso, nel buio di questa notte, in questo padiglione irreale, in questa città irreale, eccoti, bella donna, per di più poetessa in dono".
Lei ride. "In dono, che ne sai? Non mi hai sfiorato, non mi hai visto e forse non mi vedrai, poichè me ne andrò molto prima che mi cacci via il sole".
Nell'oscurità ancora fitta, un lungo fruscio di seta, un profumo. Omar trattiene il fiato, la sua pelle è tesa; non può fare a meno di chiedere con l'ingenuità di uno scolaro:
"Hai ancora il velo?"
"Non ho altro velo che la notte." p. 40

Esahane, nesf-é giahane! dicono oggi i persiani. "Isafahan, metà del mondo!" L'espressione è nata molto tempo dopo l'età di Khayyam, ma già nel 1074, quante parole per decantare la città: "le pietre sono galena, le mosche api, l'erba è zafferano", "l'aria è pura e salubre, i granai non conoscono calandra, la carne non si decompone". p. 70.

Così lo sentii dire: 'La mia tomba sarà in un luogo tale che ogni primavera il vento del nord la coprirà di fiori'. p. 151

Era un goccio d'acqua e si confuse col mare.
Era un granello di polvere, si mescolò con la terra.
Che cosa più fu mai il tuo passaggio nel mondo?
Un moscerino comparve, e sparve poi di nuovo.
p. 151

La guerra era stata dichiarata a mezzogiorno. Ritirata, sfacelo, invasione, carestia, Comune, massacri, mai mio padre visse un anno più intenso: sarebbe rimasto il suo ricordo più bello. Perchè negarlo? trovarsi in una città assediata dà un piacere perverso, quando si alzano le barricate, uomini e donne ritrovano le gioie del clan primitivo. p.161