martedì 25 novembre 2008

Memorie di un nano gnostico

quando papa Leon v'ebbe per sposa (...)
sol bardass'e buffon eran in stima.


Leone X, ritratto da Sebastiano Del Piombo nel 1521.


David Madsen, Memorie di un nano gnostico (Memoirs of Gnostic Dwarf, 1995), "sottozero", 5, Meridiano Zero, Padova, 2005, traduzione di Lorenzo Borgotallo e Filippo Patarino, 288 pagine.

Il nano gnostico protagonista del romanzo è Peppe, Giuseppe Amadonelli, immaginario consigliere e "nano di compagnia" di Giovanni di Lorenzo de' Medici, 217° papa della Chiesa cattolica, con il nome di Leone X dal 1513 al 1521.
Secondogenito di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini, Leone X come pontefice è ricordato soprattutto perchè sotto il suo papato mossero i primi decisivi passi Lutero e la Riforma protestante (sua la bolla Exsurge Domine che Lutero bruciò pubblicamente e sua anche la successiva bolla Decet Romanum Pontificem con cui venne attuata la scomunica promessa nella precedente). Sincero umanista, allievo di Marsilio Ficino, Poliziano e Bibbiena ereditò dal padre la sensibilità verso il Mondo Classico e i valori dell'Umanesimo fu Mecenate di artisti e amico di Raffaello. Più sensibile ai valori secolari, fu in effetti un principe rinascimentale, stravagante e sfarzoso. Sulla sua probabile omosessualità, data per certa nel romanzo, sono state raccolte numerose testimonianze.
David Madsen, storico in incognito, ha quindi collocato il nano Peppe in una particolare ambientazione storica che non avrebbe avuto nessuno problema ad accoglierlo se è vero che Leone X girava Roma alla testa di un corteo di buffoni, pantere e un elefante bianco.
Il valore del romanzo di Madsen è tutto da ricercare nell'aspetto della ricostruzione storica, Peppe è una voce narrante coinvolgente e appassionante ma è lo squarcio storico a rimanere impresso. La storia si conclude con la morte di Leone e le ultime vicende del nano gnostico mi sono sembrate un po' superflue.

Lutero [...] si appoggiò agli ambienti umanisti di propensione rivoluzionaria presenti in Germania, legandosi in particolare
a Ulrich Von Hutten, uno scellerato assetato di sangue. p. 277

Poco dopo l'emanazione della bolla di scomunica, il perfido Hutten inviò a Roma una copia dei suoi libelli rivoluzionari, ma Leone era troppo malato per leggerlo. Io però lo lessi e diceva:

Den Aberglauben tilgen wir
die Wahrheit wiederbringen hier,
und d'weil das nit mag sein in gut,
so mutz es kosten aber Blut.


Non è una lingua orribile, il tedesco? Io l'ho sempre pensato. p, 279

Vi lascio con un'ultima domanda. Guardatevi bene attorno. Osservate questo mondo con aguardo critico, onesto, senza pregiudizi. Guardate la sofferenza, la miseria, tutto il male che questo mondo racchiude, e domandatevi: Dio ha realmente creato tutto questo?
Potreste scoprirvi gnostici anche voi. p.381

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