mercoledì 25 marzo 2015

Rex tremendae maiestatis


Attacco dei Lestrigoni a UlisseCasa di via Graziosa, Roma  (I secolo a.C.)
Valerio Evangelisti, Rex tremendae maiestatis, "Strade blu. Dark", Mondadori, Milano, 2010.

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sabato 21 marzo 2015

I cospiratori del baklava


Jason Goodwin, I cospiratori del baklava (The Baklava Club, 2014), "Stile libero. Big", Einaudi, Torino, 2014, traduzione dall'inglese di Cristina Mennella.

– E che mi dite dell’Indice? I libri che Sua Santità ritiene troppo pericolosi, che noi siamo troppo deboli per leggere?
Padre Doherty fece una delle sue allegre strizzatine d’occhio. – Aaah, ebbene, l’Indice. Vi dirò una cosa, se volete. Lí dentro ci sono libri che vi farebbero accapponare la pelle e libri che vi farebbero ridere, e nove su dieci non valgono la carta su cui sono stampati, Dio mi è testimone. Ciance, sviolinate ai principi, elogi dei sette peccati, frutto di menti deboli e malate.

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mercoledì 18 marzo 2015

Rumble Tumble


Joe R. Lansdale, Rumble Tumble (Rumble Tumble, 1998), "Stile libero. Noir", 1300, Einaudi, Torino, 2004, traduzione dall'inglese di Alfredo Colitto, 251 pagine.


Ma le rosse hanno qualche difetto. Possono portare guai e incasinare la legge delle probabilità anche senza esserne direttamente responsabili. I guai stanno loro attaccati come il prosciutto al culo di un maiale, e spesso saltano addosso pure a chi sta loro vicino. p. 7

Un casino del genere io lo chiamo rumble tumble: una brutta lotta. p.28

Il messaggio del libro era che perché tutto andasse nel migliore dei modi bastava soltanto credere nell'amore, e l'amore avrebbe riempito l'aria.
L'inquinamento riempie l'aria, tesoro, che noi ci crediamo o no. Per credere nell'amore ci vuole uno sforzo maggiore. E a differenza dell'inquinamento, l'amore a volte scompare. p. 44

Sopra di me c'era un bellissimo cielo stellato. Le stelle erano più brillanti e più vicine di quelle che vedevo da casa mia, e sembravano abbastanza affilate da tagliarti una mano. p. 160

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lunedì 16 marzo 2015

Bad Chili


Joe R. Lansdale, Bad Chili (Bad Chili, 1997), "Stile libero. Noir", Einaudi, Torino, 2003, traduzione dall'inglese di Alfredo Colitto.

Era metà aprile quando tornai dal mio lavoro in mare e scoprii che il mio buon amico Leonard Pine aveva perso il posto di buttafuori all’Hot Cat Club, perché in un momento di rabbia, dopo aver cacciato un attaccabrighe fuori dal locale, mentre quello era ancora a terra, Leonard aveva tirato fuori l’uccello e gli aveva pisciato sulla testa.

Però l’amore è l’amore, e anche se gli amanti sono dello stesso sesso i problemi non sembrano cambiare di molto, a parte il fatto che si scopa molto di più. Gay o no, gli uomini sono uomini, e agli uomini piace un sacco scopare. Potete scriverlo nel vostro libro nero, poi strappate la pagina, accartocciatela e fumatevela.

Era una giornata appiccicosa, con un sole splendente come l’occhio di dio e il cielo di un blu lattiginoso. L’aria odorava di prati falciati e di sudore. Io avevo ancora l’odore di lubrificante per armi sulle mani.

Restammo così per ore, piangendo e baciandoci, senza quasi parlare. Finalmente smise di piovere, e restammo nella vasca, bagnati fino alle ossa, a osservare la luce del giorno morire lentamente, per lasciare il posto alla notte. Le stelle iniziarono a bucare l’oscurità vellutata, come spilli attraverso un tessuto nero. Poi sorse un bellissimo quarto di luna.
Lì, nella vasca umida che era il nostro letto, con la notte per soffitto, sopraffatti da uno strano senso di pace, ci addormentammo abbracciati.

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domenica 15 marzo 2015

E Jones creò il mondo

La superficie di Venere ricostruita a partire da immagini della sonda Magellano.

Philip K. Dick, E Jones creò il mondo (The World Jones Made, 1956), "Collezione Philip K. Dick", 6, Fanucci, Roma, 2011, introduzione a cura di Carlo Pagetti, postfazione di Daniela Guardamagna, traduzione dall'inglese di Simona Fefé.

Il romanzo è stato pubblicato la prima volta in Italia nel 1965 con il titolo di Il mondo che Jones creò nella traduzione di Lella Pollini.

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sabato 14 marzo 2015

Cronaca di un suicidio


Gianni Biondillo, Cronaca di un suicidio, "Narratori della fenice", Guanda, Parma, 2013.

Non si era trovato con Roma a su tempo, tutto qui, può capitare; però, per quanto impenitemente meneghino fosse, doveva farsene una ragione che la capitale era un'altra cosa, un altro pianeta. E che Milano, bella finché vuoi, il mare non ce l'aveva. Punto.

Un libro. L'ennesimo giallo dell'ennesimo giallista nordico. Ci sono più giallisti in Islanda che nel resto d'Europa, pensò, dove li trovano i morti per le indagini, su Marte?

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Il mambo degli orsi


Joe R. Lansdale, Il mambo degli orsi (The Two-Bear Mambo, 1995), "Stile libero. Noir", 1298, Einaudi, Torino, 2004, traduzione dall'inglese di Stefano Massaron, 306 pagine.

Decisi di non menzionarla. Non serve a niente gettare sulle spalle di qualcuno il fardello della morte accidentale di una lucertola. p. 93

Scavare tombe non è neanche lontanamente facile come si potrebbe pensare. Ti spezza la schiena e, tranne forse estrarre chicchi di grano dalla merda di maiale con un paio di pinzette, è la cosa più noiosa che esista al mondo. p. 279

Ero stordito per fare qualsiasi cosa. Avevo in funzione soltanto le cellule cerebrali necessarie per rendermi conto che avrei dovuto fare qualcosa e non lo stavo facendo. p. 281

** Playlist **

01. Kentucky Headhunters - The Ballad Of Davy Crockett
02. Kentucky Headhunters - Big Mexican Dinner
03. Dolly Parton - Billy Dale
04. Hank Williams - Why Don´t You Love Me
05. Clifton Chenier - Eh, Petit Fille  
06. Neil Young - Home On The Range
07. Ernest Tubb - Walking The Floor Over You
08. The Sound of Music Soundtrack - Prelude/The Sound of Music

Quando arrivai da Leonard, la sera della vigilia di Natale, sullo stereo di casa sua c'erano i Kentucky Headhunters a tutto volume che cantavano The Ballad od Davy Crockett, e Leonard, come per una sorta di celebrazione natalizia, stava apiccando il fuoco ancora una volta alla casa accanto. p. 3

The Ballad of Davy Crockett era finita da un bel pezzo, e ora i Kentucky Headhunters stavano cantando Big Mexican Dinner. p. 7

Ehi, qui c'è una cosa bella. Il mio regalo di Natale. Ti farò tornare l'allegria quando ti dirò cosa ho comprato. Quell'album che volevi, Asleep at the wheel.
- Quello dove si sono messi insieme un mucchio di musicisti per rifare i pezzi di Bob Will? p. 44

Appena dopo mezzogiorno, mentre Hank stava cantando Why don't you love me like you used to per quella che forse era la quindicesima volta, raggiungemmo i sobborghi di Grovetown. p. 53

Mentre aspettavo lì con la pompa in mano, l'uomo alto e pallido che avevamo visto poco prima uscì avvolto nel suo pesante impermeabile con il berretto in mano, captò Clifton Chenier che strillava Eh, Petite Fille dall'autoradio di Leonard, sorrise, cantò una strofa insieme a Clifton, ridacchiò un po' e si mise a ballare davanti alla macchina. p. 87

Raggiunse la macchina ballando e sorridendo, poi si fermò e rise. - Maledizione, - disse, - date una fisarmonica a un bifolco bianco e tutto ciò che riesce a suonare è Home On The Range o qualche maledetta polka, datela a un culonero e quello costringerà la musica ad arrampicartisi su per il culo e a giocare con le tue palle. p. 87

E poi, a un certo punto, nel bel mezzo di tutto questo e nell'odore dolce e imperioso di Chanel numero 5, con Leonard che canticchiava lentamente Walkin' the Floor Over You, scivolai nel sonno. p. 119

- Be', non abbiamo cantato The Sound of Music insieme sotto la doccia, stamattina, cos' non credo che la situazione sia così rosea. p. 250

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venerdì 13 marzo 2015

Mucho Mojo


Joe R. Lansdale, Mucho Mojo (Mucho Mojo, 1994), "Stile libero. Noir", Einaudi, Torino, 2007, traduzione dall'inglese di V. Curtoni.

La casa di zio Chester sorgeva nella parte di LaBorde che qualcuno chiamava zona nera della città, qualcun altro città dei negri, e tutti gli altri chiamano Esat Side.

"Qui ci sono scarafaggi tanto grossi da poter essere proprietari terrieri,"
disse Leonard.
"Lo so. uno di loro mi ha appena aiutato a portare fuori i rifiuti."

Aveva addosso la luce del sole come una fetta sottile di formaggio, e non era una grande bellezza.

Fitzgerald mi guardò e io gli sorrisi, col tipo di sorriso che rivolgi a qualcuno quando vuoi fargli capire che sai che il tipo che sta con te si considera molto in gamba, ma tu ti limiti a tollerarlo.

"Hap, amico mio, nel mondo c'è il male. Il vero male. Non si liscia i baffi e non è vestito di nero e non sitriscia furtivamente e non ha un solo colore o sesso.


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