domenica 30 giugno 2013

Burning Daylight



Jack London, Burning Daylight aka Radiosa Aurora (Burning Daylight, 1910), "Experience", Mattioli 1885, Fidenza, traduzione dall'americano di Rossella Bernascone, Prefazione di Davide Sapienza, 2008, 337 pagine. 

Era una notte tranquilla al Tivoli. p. 15

In ufficio Daylight si fermò a meditare. Il succo era sempre lo stesso: arraffa quello che puoi. Dal primo all'ultimo tutti facevano quello stesso gioco e la partita non si arrestava mai perché ogni minuto nasceva un cretino. Se al suo posto fosse invece nato un tipo come Jones il gioco sarebbe presto finito. Per fortuna i lavoratori non erano tutti come lui.
C'erano però altri sviluppi di quello stesso gioco. I piccoli uomini d'affari, i negozianti, la gente di quella razza succhiava tutto quello che poteva, ma la loro funzione era essenzialmente quella di controllare i lavoratori a beneficio dei grandi uomini d'affari. Alla fine quelli come Jones intascavano solo la paga. In verità lavoravano al servizio dei grandi uomini d'affari. Sopra questi, però c'era un'altra categoria di persone: i finanzieri che, con gli appositi strumenti del caso, s'inserivano tra le centinaia di migliaia di lavoratori e i loro prodotti. I finanzieri non erano tanto ladri quanto giocatori d'azzardo: non contenti delle vincite dirette, essendo appunto giocatori d'azzardo, cercavano di rapinarsi gli uni con gli altri. Questo gioco era denominato alta finanza. La loro prima preoccupazione era sempre quella di derubare gli altri del bottino. [...]
Ancorché all'oscuro di qualsiasi teoria filosofica, Daylight si era scoperto la vocazione ad essere un superuomo del ventesimo secolo, scoprendo che, tranne rare eccezioni, non esisteva alcuna nobiltà tra gli uomini d'affari e i superuomini della finanza. Come ebbe a dire un oratore all'Alta-Pacific Club: "Trai ladri vigeva un codice d'onore, ed era in virtù di quello che si distinguevano dagli uomini onesti". Era proprio quello il punto. I moderni superuomini erano una congrega di sordidi banditi che con sfrontatezza avevano saputo instillare nelle proprie vittime un codice morale che essi non rispettavano. Per loro la parola data aveva valore soltanto finché era utile. Il comandamento Non rubare si applicava soltanto al lavoratore onesto; i superuomini si muovevano al di sopra di simili leggi: rubavano ed erano onorati dai compagni in base alla grandezza dei loro furti. Man mano che Daylight s'impratichiva delle regole del gioco, la situazione si faceva sempre più chiara. La banda era ben organizzata, nonostante la propensione che ogni bandito aveva a derubare i compagni, e controllava praticamente ogni ingranaggio politico dal villaggio al Senato degli Stati Uniti che promulgava leggi che permettevano alla banda di continuare a rubare, leggi che venivano difese dalla polizia, dagli sceriffi, dall'esercito regolare e dai tribunali, a loro volta controllati dalla banda.. L'unico grande pericolo per il superuomo era rappresentato da superuomini suoi compagni. La stupida massa non contava, fatta com'era di sostanza inferiore che un niente bastava a raggirare. Il superuomo manipolava i fili e quando rapinare i lavoratori si faceva troppo noioso, si dedicava ai compari. pp. 151-153

E Burning Daylight, come il vecchio incontrato tanto tempo prima, se ne venne giù per il colle nel rosso acceso del tramonto tenendo il secchio del latte sul braccio. p. 337

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giovedì 27 giugno 2013

Terra di confine


Sherko Fatah, Terra di confine (Im Grenzland, 2001), Isbn, Milano, 2007, traduzione dal tedesco di Cristina Vezzaro, revisione di Cristina Marasti, 249 pagine.

Quando l'ospite giunto da lontano udì del lutto, il contrabbandiere era già in viaggio da giorni. p. 5

All'altezza delle colline il suo sentiero era una strada effettivamente distinguibile.Non perché l'avesse battuta nel paesaggio, ma come se fosse sorta da sé quale formazione naturale di una via che lui aveva fatto sua. p. 32

Aveva l'aspetto di qualcuno che era stato fotografato mentre tossiva. p. 49

Mettila così: dovevei compiere un sacrificio per il tuo sentiero. p. 249.

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martedì 11 giugno 2013

La variante di Lüneburg

Bearing Witness: Stories Behind the Artifacts in the Yad Vashem Museum Collection

Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg,  "Gli Adelphi", 236, Adelphi, Milano, 1993, 158 pagine.
Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. p.9

Se mi si chiedesse quando esattamente ho imparato a giocare a scacchi, non saprei come rispondere. p. 95

Per la prima volta il sole non era più offuscato dal fumo dei forni crematori e, tra le basse dune di sabbia, la brezza ravvivava i ra  di cespugli di erica della landa di Lüneburg. p. 158

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venerdì 7 giugno 2013

Booklist 2012


  1. Jonathan Lethem, Non mi ami ancora 
  2. Richard Brautigan, American Dust 
  3. Fred Vargas, Un luogo incerto 
  4. Amin Maalouf, Giardini di Luce 
  5. Margaret Elphinstone, La notte del raduno 
  6. Elvira Dones, Piccola guerra perfetta 
  7. Hans Magnus Enzensberger, Hammerstein o Dell'ostinazione 
  8. José Saramago, Il viaggio dell'elefante 
  9. Francesco Abate, Così si dice 
  10. Andrea Camilleri, Le ali della sfinge 
  11. Andrea Camilleri, La pista di sabbia 
  12. Sergio Atzeni, Passavamo sulla terra leggeri 
  13. Giancarlo De Cataldo, I traditori 
  14. Marcello Fois, Stirpe 
  15. Andrea Camilleri, La concessione del telefono 
  16. Gore Vidal, Duluth 
  17. Dulce Chacòn, Le ragazze di Ventas 
  18. Don DeLillo, Great Jones Street 
  19. Sandra Cisneros, Caramelo 
  20.  Elif Shafak, Le quaranta porte 
  21. Christopher Moore, Uno stupido angelo. Storia commovente di un Natale di terrore 
  22. Jonathan Lethem, Chronic City 
  23. Philip K. Dick, La città sostituita 
  24. Aleksander Ikonnikov, Ultime notizie dal letamaio

Il falco di Svevia

Particolare del f. 16r del trattato "De arte venandi cum avibus", da WIkipedia

Maria R. Bordhin, Il falco di Svevia (The Falcon of Palermo, 2005), "Tascabili Narrativa", 127, Il Saggiatore, Milano, 2010, traduzione dall'inglese di Fenisia Giannini, 474 pagine.

Il boia sollevò la scure. La lama calò, mozzando la testa con un colpo perfetto. p. 9

Riccardo piegò la testa di lato. «Chissà se è un sorriso di soddisfazione perché in fondo ha prevalso la giustizia divina?» p.472

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lunedì 3 giugno 2013

Il barone e il guardiacaccia

Jean Sorieul, La bataille du Mans, 1793 (1852)

François  Vallejo, Il barone e il guardiacaccia (Ouest, 2006), "Il contesto", 20, Sellerio,  Palermo, 2008, traduzione dal francese di Maria Nicola, 246 pagine.
È difficile credere che da due immagini, così come fa due persone, possano incontrarsi e dar luogo a una strana miscela, forse persino a un'esplosione. p. 9

Lambert ha già un programma da archeologo. p. 159

Lambert non la aiuta, è scivolato in un interstizio del tempo, tiene fra le dita quella foto in bianco e nero. Sa che è diventato un altro uomo. p. 245

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