venerdì 31 dicembre 2010

Il cercatore d'oro





Jean-Marie Gustave Le Clézio, Il cercatore d'oro (Le chercheur d'or, 1970), «Scrittori contemporanei», BUR, Rizzoli, Milano, traduzione dal francese di Daniella Selvatico Estense, 2009, 359 pagine.


Qui il rumore del mare è bello come una musica. Il vento avvicina le onde che vanno a spezzarsi sulla barriera, molto lontano, e sento ogni vibrazione nelle rocce, e corrente nel cielo. p.13

Non esiste più niente, né passa. C'è solo questo, che sento, che vedo, il cielo azzurrissimo, il rumore del mare che lotta contro gli scogli, e l'acqua fredda che scorre intorno alla pelle. p.14

Tutto quello che provo, tutto quello che vedo allora mi sembra eterno. p.20

Aspettiamo, senza sapere che cosa ci sia da aspettare. p.70

Sulla terraferma il cielo è mangiato dagli alberi, dalle colline, appannato da quella foschia impalpabile come un respiro che sale dai ruscelli, dai campi d'erba, dalle bocche dei pozzi. Il cielo è lontano, lo si vede come attraversouna finestra. Ma qui, in mezzo al mare, non ci sono confini alla notte. p.127

Non c'è niente tra me e il cielo. Mi sdraio sul ponte, la testa contro il boccaporto chiuso, e guardo le stelle con tutte le forze, come se le vedessi per la prima volta. p.127

I bei giorni sono arrivati, le notti sono più belle, con un cielo profondo pieno di stelle. p.275

Ma la montagna è vuota. Nessuna traccia umana, non un ramo spezzato, non uno struscio sulla terra riarsa. Soltanto, ma raro, il cammino di un millepiedi in mezzo a due pietre. p.313

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giovedì 9 dicembre 2010

Vicolo del mortaio





Nagib Mahfuz, Vicolo del mortaio (Zoqaq al Midaq, 1947), "Universale Economica", 1119, Feltrinelli, Milano, 2009, traduzione dall'arabo di Paolo Branca, 251 pagine.


Si guardava allo specchio senza alcuno senso critico, cercando piuttosto motivi di compiacimento. p.20

Ma era un uomo rispettabile e voleva continuare ad esserlo. Lo avrebbe molto amareggiato essere sulla bocca di tutti, perché dava molto peso a quello che dice la gente ed era solito ripetere: "Mangia come ti piace ma vestiti come piace alla gente". p.66

Le ardenti parole d'amore sanno incantare anche quando non toccano il cuore e sono un balsamo per l'anima. p.77

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venerdì 26 novembre 2010

La vampa d'agosto





Andrea Camilleri, La vampa d'Agosto, "La memoria", 678, Sellerio, Palermo, 2006, 271 pagine.


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giovedì 18 novembre 2010

La luce di Orione


"Raphèl maì amècche zabì almi",
cominciò a gridar la fiera bocca,
cui non si convenia più dolci salmi.

E ’l duca mio ver’ lui: "Anima sciocca,
tienti col corno, e con quel ti disfoga
quand’ira o altra passïon ti tocca!

Cércati al collo, e troverai la soga
che ’l tien legato, o anima confusa,
e vedi lui che ’l gran petto ti doga".

Poi disse a me: "Elli stessi s’accusa;
questi è Nembrotto per lo cui mal coto
pur un linguaggio nel mondo non s’usa.

Lasciànlo stare e non parliamo a vòto;
ché così è a lui ciascun linguaggio
come ’l suo ad altrui, ch’a nullo è noto".
(Inferno, XXXI)



G. Doré, Nembrotto.



Valerio Evangelisti, La luce di Orione, "Piccola Biblioteca Oscar Mondadori", 618, Mondadori, Milano, 2008, 345 pagine.


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lunedì 8 novembre 2010

Ultima di campionato





Francesco Abate, Ultima di campionato, "Narrativa", Frassinelli / Il maestrale, 2006, 185 pagine.


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domenica 7 novembre 2010

Solo fango





Gianfranco Narciso, Solo Fango, "Verdenero. Noir di Ecomafia", 19, Edizioni Ambiente, Milano, 2010, 271 pagine.


Io intanto farò di tutto per fermare loro. E l'unico modo per risucirci non è scagliarsi come un toro a testa bassa contro tutto ciò che non funziona. Così facendo si disperdono le energie e non si crea un seguito. La via giusta è quella di scegliere un argomento, un caso, su cui si possa facilmente creare consenso, e attaccarli su quello. Così si proietta un'immagine chiara e si attirano seguaci. Un uomo da solo non può fare tanto. Ma può agire come una scintilla. Una scintilla nel vuoto non ha nessuna conseguenza. Ma vicino a un cumulo di paglia secca può scatenare un incendio. p.118

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La presentazione del libro



lunedì 1 novembre 2010

I terribili segreti di Maxwell Sim






Teignmouth Electron
, Tacita Dean, 1999, National Maritime Museum, Greenwich, London

Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim (The Terrible Privacy of Maxwell Sim, 2010), "I Narratori", Feltrinelli, Milano, 2010, traduzione dall'inglese di Delfina Vezzoli, 363 pagine.


Eh no, non va bene. Non si può star seduti vicino a qualcuno per tredici ore filate e ignorarlo completamente, vi pare? p.34

Nei giorni andati, prima delle autostrade, prima delle circonvallazioni, viaggiare per l'Inghilterra significava visitare effettivamente dei posti. A quell'epoca percorrevi le High Street in macchina (o a cavallo, se andiamo ancora più indietro nel tempo) e ti fermavi nei pub al centro delle città (o nelle stazioni di posta o nelle locande per il cambio dei cavalli comunque si chiamassero).
Adesso, l'intera rete stradale sembrava fatta apposta per impedire che questo accadesse. Le strade esistevano per impedirti di incontarre gente, per garantire che non passassi mai nelle vicinanze di uno dei posti dove il genere umano si riunisce. p203

La m ia teoria - una delle tante - era che, una volta arrivati alla mezza età, eri così sfinito e poco sorpreso dalla vita che dovevi fare un figlio per dotarti di un nuov paio d'occhi attraverso i quali guardare le cose, per farle sembrare ancora nuove ed eccitanti. p.222

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martedì 19 ottobre 2010

La nostra guerra





Bologna 1943. La chiesa di San Francesco dopo i bombardamenti [da Museo Virtuale della Certosa di Bologna]

Enrico Brizzi, La nostra guerra, "Romanzi e Racconti", 486, Baldini Castoldi e Dalai, Milano, 2009, 644 pagine.


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il book-trailer

giovedì 7 ottobre 2010

Sotto i venti di nettuno





Fred Vargas, Sotto i venti di Nettuno (Sous les ventes de Neptune, 2004)"Stile libero noir", Einaudi, Torino, traduzione dal francese di Yasmina Melaouah, 448 pagine.


"Mentirsi a sé è un conto, ma mentire agli sbirri tante volte è una necessità. Non è il caso di andarci di mezzo per una questione di onore. L'onore riguarda solo se stessi e non la madama". p.103

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martedì 5 ottobre 2010

Il cattivo cronista





Francesco Abate, Il cattivo cronista, "Tascabili. Narrativa", Il Maestrale, Nuoro, 2003, 213 pagine.


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domenica 3 ottobre 2010

La vita degli animali





Addio di Gulliver agli Houyhnhnm, Grandville (1803-1847)

John Maxwell Coetzee, La vita degli animali (The Lives of Animals, 1999), "Gli Adelphi", 268, Adelphi, Milano, 2000, a cura, e con un'introduzione di Amy Gutmann, traduzione dall'inglese di Franca Cavagnoli e Giacomo Arduini, 155 pagine.


"Puntiamo il dito contro i tedeschi, i polacchi e gli ucraini che sapevano e non sapevano delle atrocità perpetrate intorno a loro. Ci piace pensare che fossero rimasti intimamente segnati dalle conseguenze di quella specifica forma di ignoranza. Ci piace pensare che nei loro incubi fossero perseguitati da coloro di cui avevavno ignorato le sofferenze. Ci piace pensare che la mattina si svegliassero stanchi, e che siano morti distrutti dal cancro. Ma forse non è stato così. L'evidenza indica l'opposto: possiamo fare di tutto e passarla liscia; non c'è punizione". p.47

"Forse è questa l'origine degli dèi" dice sua madre. Scende il silenzio. "Forse abbiamo inventato gli dèi per dare loro la colpa di ogni cosa. Sono stati loro a darci il permesso di mangaiare la carne. Sono stati loro a darci il permesso di giocare con le cose impure. Non è colpa nostra, è colpa loro. Noi siamo soltanto figli loro".
"Ne è convinta?" chiede cauta Mrs. Garrard.
"E Dio ha detto: Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo" cita sua madre. "I conti tornano. Dio ci ha detto che andava bene". p.53

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venerdì 24 settembre 2010

La volpe azzurra





Sjón, La volpe azzurra (Skugga-Baldur, 2003), "Piccola biblioteca Oscar", 497, Mondadori, Milano, 2006, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, 110 pagine.


È curioso quanto le volpi azzurre siano simile alle pietre, lo sono in maniera stpefacente. Quando vi si accucciano accanto durante l'inverno non c'è speranza di poter distinguerle dalle rocce, si, sono molto più infide di quelle bianchem che proiettano pur sempre un'ombra o risultano gialle contro la neve. p.11

L'orlo del giorno stava sparendo.
Nei saloni della volta celeste faceva abbastanza scuro perché le sorelle dell'aurora boreale potessero iniziare le loro vivace danze dei veli.
Con incantevoli mutamenti di colore si librarono leggere e agili sulle ampie quinte del firmamento in vaporosi abiti d'oro, mentre le loro collane di perle si sparpagliavano per ogni dove seguendo le loro movenze esuberanti. Uno spettacolo del genere risulta più splendente subito dopo il tramonto.
Poi si chiude il sipario; la notte prende il sopravvento. p.36

Il mondo socchiude appena l'occhio buono. La pernice gorgoglia. I ruscelli sussurrano sotto la lastra di ghiaccio e sognano la primavera, quando diventeranno fiumi possenti e minacciosi. Del fumo si leva dai cumuli di neve sparsi sui fianchi dei monti - sono le loro fattorie.
Tutto è di un azzurro uniforme, tranne quel che scintilla sulle cime. È l'inverno a Dal. p.45

Lo avevano portato in breve su da Kvosi, fuori città, a sud, sui ghiaioni, giù fino al amare, dove si era messo a correre sull'arenile urlando nell'eternità luminosa: Ti rendo omaggio, mare, tu rifletti l'uomo libero!". Era la notte di San Giovanni, la mosca si dondolava su uno stelo, il piovere zufolava e i raggi del sole notturno striavano l'erba. p. 61

"Ho visto l'universo! È fatto di poesie!" p.65

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Il generale immaginario



Richard Brautigan, Il generale immaginario (A Confederate General from Big Sur, 1964), Isbn, Roma, 2009, traduzione dall'inglese e cura di Enrico Monti, 122 pagine.

Lee Mellon abitava nella casa abbandonata di un amico che eran campione di ping-pong di serie C in un rustico manicomio californiano. Le serie A, B, C erano determinate dal numero di ellettrochoc somministrati ai pazienti. Gas e luce erano stati staccati nel 1937, quando avevano sfrattato la madre dell'amico perché teneva le galline in casa. p.32

I gatti erano lì con noi, stesi come fleci pelose davanti al fuoco. Eravamo tutti di buon umore. Mentre i gatti rispolveravano vecchie fuse vegetali e arrugginite dalle profondità dei loro ricordi preistorici - tanto erano disabituati alla sazietà - noi intavolammo una conversazione. p.75

Seccammo il whisky un'ora prima dell'alba. Giaceva ai nostri piedi come la profezia di una battaglia. Le stelle tiravano per le lunghe in cielo ed erano appese con lo spago sul nostro futuro. p.96

"Ah, l'erba" ripeteva continuamente Lee Mellon. "È erba. È erba. La mamma me l'aveva detto. Il prete mi aveva avvisato che mi avrebeb corroso le ossa nelle cellule cerebrali. Papà mi ha preso sulle ginocchie e mi ha detto: "Smettila di sballare le bestie, figliolo. Stamattina una vacca ha fatto l'uovo e un coniglio ha cercato di sellarsi". Ah, l'erba. È erba!" p.101

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La recensione a fumetti di Petrella

La voce della nostra ombra





Jonathan Carroll, La voce della nostra ombra (Voice of Our Shadow, 1983), "Lain", 62, Fazi, Roma, 2009, traduzione dall'inglese di Carla Vannuccini, 220 pagine.


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mercoledì 22 settembre 2010

PopCo



Scarlett Thomas, PopCo (PopCo, 2005), "Nuova Narrativa Newton", 149, Newton Compton, Roma, 2009, traduzione dall'inglese di Carla De Caro, 466 pagine.


Ma io sono un'anomalia. Una farmacista che fa i turni di notte e vive di foglie. Folie verdi da bere; foglie marroni da fumare. p.25

Il passo felpato è un'abilità speciale di mia invenzione. Per farlo bisogna indossare calzini spessi e poggiare il peso sui piedi moltolentamente e con grande attenzione, in modo da non fare rumore.
Occorre immaginare che il piede si fonda con il pavimento; tallone, avampiede, punta, così, lentamente. p.124

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book trailer italiano


venerdì 17 settembre 2010

Willard e i suoi trofei di bowling

Richard Brautigan, Willard e i suoi trofei di bowling (Willard and His Bowling Trophies, 1975), "Le foglie", 72, Marcos Y Marcos, Milano, 2004, traduzione dall'inglese di Pietro Grossi, 169 pagine.


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