venerdì 24 settembre 2010

Il generale immaginario



Richard Brautigan, Il generale immaginario (A Confederate General from Big Sur, 1964), Isbn, Roma, 2009, traduzione dall'inglese e cura di Enrico Monti, 122 pagine.

Lee Mellon abitava nella casa abbandonata di un amico che eran campione di ping-pong di serie C in un rustico manicomio californiano. Le serie A, B, C erano determinate dal numero di ellettrochoc somministrati ai pazienti. Gas e luce erano stati staccati nel 1937, quando avevano sfrattato la madre dell'amico perché teneva le galline in casa. p.32

I gatti erano lì con noi, stesi come fleci pelose davanti al fuoco. Eravamo tutti di buon umore. Mentre i gatti rispolveravano vecchie fuse vegetali e arrugginite dalle profondità dei loro ricordi preistorici - tanto erano disabituati alla sazietà - noi intavolammo una conversazione. p.75

Seccammo il whisky un'ora prima dell'alba. Giaceva ai nostri piedi come la profezia di una battaglia. Le stelle tiravano per le lunghe in cielo ed erano appese con lo spago sul nostro futuro. p.96

"Ah, l'erba" ripeteva continuamente Lee Mellon. "È erba. È erba. La mamma me l'aveva detto. Il prete mi aveva avvisato che mi avrebeb corroso le ossa nelle cellule cerebrali. Papà mi ha preso sulle ginocchie e mi ha detto: "Smettila di sballare le bestie, figliolo. Stamattina una vacca ha fatto l'uovo e un coniglio ha cercato di sellarsi". Ah, l'erba. È erba!" p.101

La copertina











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