Sjón, La volpe azzurra (Skugga-Baldur, 2003), "Piccola biblioteca Oscar", 497, Mondadori, Milano, 2006, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, 110 pagine.
È curioso quanto le volpi azzurre siano simile alle pietre, lo sono in maniera stpefacente. Quando vi si accucciano accanto durante l'inverno non c'è speranza di poter distinguerle dalle rocce, si, sono molto più infide di quelle bianchem che proiettano pur sempre un'ombra o risultano gialle contro la neve. p.11
L'orlo del giorno stava sparendo.
Nei saloni della volta celeste faceva abbastanza scuro perché le sorelle dell'aurora boreale potessero iniziare le loro vivace danze dei veli.
Con incantevoli mutamenti di colore si librarono leggere e agili sulle ampie quinte del firmamento in vaporosi abiti d'oro, mentre le loro collane di perle si sparpagliavano per ogni dove seguendo le loro movenze esuberanti. Uno spettacolo del genere risulta più splendente subito dopo il tramonto.
Poi si chiude il sipario; la notte prende il sopravvento. p.36
Il mondo socchiude appena l'occhio buono. La pernice gorgoglia. I ruscelli sussurrano sotto la lastra di ghiaccio e sognano la primavera, quando diventeranno fiumi possenti e minacciosi. Del fumo si leva dai cumuli di neve sparsi sui fianchi dei monti - sono le loro fattorie.
Tutto è di un azzurro uniforme, tranne quel che scintilla sulle cime. È l'inverno a Dal. p.45
Lo avevano portato in breve su da Kvosi, fuori città, a sud, sui ghiaioni, giù fino al amare, dove si era messo a correre sull'arenile urlando nell'eternità luminosa: Ti rendo omaggio, mare, tu rifletti l'uomo libero!". Era la notte di San Giovanni, la mosca si dondolava su uno stelo, il piovere zufolava e i raggi del sole notturno striavano l'erba. p. 61
"Ho visto l'universo! È fatto di poesie!" p.65
la copertina
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