domenica 28 dicembre 2008

Maruzza Musumeci



Le Sirene sedendo in un bel prato,
Mandano un canto dalle argute labbra,
Che alletta il passeggier: ma non lontano
D'ossa d'umani putrefatti corpi
E di pelli marcite, un monte s'alza.

Odissea, XII (traduzione di Ippolito Pindemonte)


John William Waterhouse, A Mermaid, 1901, Olio su tela

Andrea Camilleri, Maruzza Musumeci, "La memoria", 727, Sellerio, Palermo, 2007, 147 pagine.

Gnazio Manisco emigrato in America torna in Sicilia nel crepuscolo del XIX° secolo per riuscire a morire guardando un ulivo. Trova il suo albero in un triangolo di terra che cresce sul mare, conosce il pittore Lyonel Feininger, costruisce una casa che inspirerà l'architettura di Walter Gropius e si sposa con una bellissima ragazza, Maruzza Musumeci, che in realtà è una sirena.

Camilleri riesce a ricavare un piccolo spazio nella sua Vigata anche per una storia d'amore tra un contadino e una sirena. Ma lo scrittore siciliano non è naturalmente tipo da accontentarsi di una qualche sirenetta uscita da un film di Walt Disney e, sull'onda delle parole di Circe nell'Odissea, crea una sirena cannibale e fatale.

giovedì 25 dicembre 2008

Il giovane sbirro





Gianni Biondillo, Il giovane sbirro, "Narratori della Fenice", Guanda, Parma, 2007, 344 pagine.

Biondillo scrive di Milano e della gente che la abita. Il suo ispettore Ferraro, cresciuto a Quarto Oggiaro, è diventato poliziotto senza convinzione per poi sacrificare tutto (sua moglie, sua figlia) al suo "lavoro". I personaggi sono credibili e "contemporanei", gli eroi verosimili e non tutti i casi vengono "risolti". Splendido il personaggio di Francesca.

lunedì 22 dicembre 2008

Controinsurrezioni




Il Risorgimento è divenuto tanto "ufficiale" da non esistere nemmeno, se non in un'iconografia tanto onnipresente quanto neutra, fatta di statue e di cimeli. Cose di pietra e di metallo, insomma. Inesorabilmente fredde come soprammobili cui non si fa più caso, tanto sono abituali.


Valerio Evangelisti, Antonio Moresco, Controinsurrezioni, "Piccola biblioteca Oscar", 575, Mondadori, Milano, 2008, 120 pagine.

Evangelisti, nel "La controinsurrezione", affronta gli ultimi giorni della Repubblica romana con l'abituale bravura ma il racconto finisce troppo presto e lascia frustrata la voglia di altre pagine da leggere.

Moresco invece nel "L'insurrezione" sceglie la forma della sceneggiatura costruendo una storia che, ambientata nel 1848 con personaggi del calibro di Pisacane e Leopardi, risente forse troppo del linguaggio cinematografico.

Il risultato complessivo è un duplice tenativo di rianimazione dello spirito del Risorgimento in cui le intenzioni programmatiche degli autori (ampiamente dichiarate nella doppia introduzione) si scontrano con le dimensioni editoriali del progetto.

giovedì 18 dicembre 2008

Navi a perdere





Carlo Lucarelli, Navi a perdere, "Verdenero", 13, Edizioni Ambiente, Milano, 2008, 123 pagine.

In perfetto stile Blu Notte, Lucarelli ripercorre la storia della Jolly Rosso e delle molte altre navi dei veleni che hanno solcato il Mediterraneo in questi anni con i loro carichi tossici e radioattivi.
Gli eroi del racconto sono, personaggi reali, il capitano di corvetta Natale De Grazia, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e tutti i magistrati, giornalisti e normali cittadini impegnati nelle inchieste e nelle denuncie.
Se solo Lucarelli la smettesse di scrivere "brutta faccenda" o "brutta storia"...

Facciamo i conti: su quella nave c'erano più o meno trecento persone che hanno pagato una media di cinquemila dollari a testa. Cinquemila per trecento fa un milione e mezzo di dollari. Togli le spese, togli le mazzette alle varie istituzioni di controllo, togli anche la nave.. il profitto c'è.
Togli pure i passeggeri non importa.

Navi a perdere. Gente a perdere. p.86


**book trailer**

Il matrimonio dei fiammiferi


La vita è piena di sorprese, ma se sei convinto che saranno tutte brutte, chi te lo fa fare di continuare a vivere?

Jonathan Carroll, Il matrimonio dei fiammiferi (The Marriage of Sticks, 1999), "Lain", 46, Fazi, Roma, , 2008, traduzione di Lucia Oliveiri, 303 pagine.

"Ci credo che è arrivata a novant'anni! Se ha mangiato questa roba per tutta la vita, è piena di conservanti chimici fino all'osso. Quando muore il suo corpo avrà l'emivita del plutonio". p. 64

"Ecco! Un sacco di uomini hanno fatto l'amore con me prima che avessi diciassette anni, ed è stato più di ottant'anni fa". p. 84

"... E' questo il bello dei ricordi: ti svegli la mattina e te li metti addosso come una goccia d'acqua di colonia e il loro profumo ti accompagna per tutta la tua giornata." p.84

Era una sua idea. Quando accade qualcosa di veramente importante nella tua vita, ovunque tu sia, trova un pezzetto di legnoe scrivici sopra l'occasione e la data. Conservali tutti insieme, con cura. Non devono essere troppi: di tanto in tanto riguardali e separa glio eventi veramente importanti da quelli che non lo sono più. E' semplice. E gli altri buttali via. Quando sarai vecchio o malato o convinto che non ti resti più molto da vivere, mettili insieme e bruciali. Il matrimonio dei rami. p. 94

"Vorrei leccarti la spina dorsale". p.100

"... La vita è piena di sorprese, ma se sei convinto che saranno tutte brutte, chi te lo fa fare di continuare a vivere?". p.112

Uno di quei nomi bellissimi che i bambini detestano quando sono piccoli perché sono strani e diversi. Ma che poi adorano quando diventano grandi. p. 244


*** Playlist ***

01. White Wedding Pt.1, Billy Idol - ("Billy Idol", 1982) 04:15
02. Ferny Hill, The Chieftains ("The Long Black Veil", 1995 ) 03:42
03. For No One, The Beatles ("Revolver", 1966) 02:00
04. I Feel Fine, The BEatles ("I Feel Fine", 1964) 02:12
05. Chapel of Love, The Dixie Cups ("Chapel of Love", 1964) 02:50
06. Part II c - The Köln Concert, Keith Jarret ("The Köln Concert", 1975)
07. Ring's End Rose
08. Foggy Dew, The Chieftains feat. Sinead O' Connor ("The Long Black Veil", 1995 ) 05:20
09. Sally Go 'Round the Roses, The Jaynetts ("Sally Go 'Round the Roses", 1963) 03:14
10. Help Me, Rhonda, The Beach Boys ("The Beach Boys Today!, 1965) 03:10
11. Le carnaval romain, ouverture pour orchestre, Op. 9 - Hector Berlioz 09:00
12. Le Carnaval des Animaux, VII - Aquarium, Camille Saint-Saëns 02:32
13. Dancing in the Street, Martha and the Vandellas ("Dance Party", 1964) 02:38
14. How Do I Live, Trisha Yearwood ("How Do I Live", 1997) 04:04


01. In un angolo una radiolina trasmetteva White Wedding di Billy Idol. p. 34

02. "Suonavate stupendamente".
"E' la nostra pausa pranzo. Vieni siediti. Lasciaci rifare questo pezzo e poi ne parliamo. E' Ferny Hill, lo conosci?".
"Temo di no".
"Ti piacerà. Forza". p. 89

03. Annui come per dire: Va' avanti. Suonava For No One dei Beatles. p.91

04. Fissai la crocetta rossa sul test e mi resi conto che stavo canticchiando I Feel Fine dei Beatles. p. 147

05. In un altro appartamento una donna canticchiava sotto voce la canzone che stavano dando alla radio mentre lavava i piatti: The Chapel of Love dei Dixie Cups. Sentii gli spruzzi d'acqua nel lavandino, il gemito della spugna contro il vetro, la voce malinconica e sommessa della donna. p.151

06. Accesi la radio e fu un piacere ascoltare la fine del Köln Concert di Keith Jarrett, uno dei miei pezzi preferiti. p. 170

07. E mi avrebbero travolto se dal televisore non mi fosse giunto il fiscioacuto e modulato di uno zufolo che intonava Ring's End Rose, un'allegra canzone d'amore irlandese, tra le preferite di Hugh. p. 171

08. Hugh prese a suonare Foggy Dew. Hugh in televisione. Dieci anni più vecchio. p.172

09. L'autoradio stava trasmettendo a tutto volume Sally Go Round the Roses. Non c'era nessun'altra macchina per strada. La canzone squarciava lo strano silenzio che regnava su quella stradina a poche miglia dall'abitazione di Creane's View. p. 196

10. Cominciò a fischiettare una canzone dei Beach Boys, Help Me, Rhonda. S'infilò le mani in tasca e le triò fuori di nuovo. Diede un colpetto col piede alla base della porta e il rumore echeggiò nel silenzio che regnava nella casa. Fischiettò ancora qualche nota. p. 207.

11. Cambiò diverse stazioni finché non trovò della musica classica. Il carnevale romano di Berlioz per un po' mi rasserenò. p.248

12. A qul punto udii la musica classica, una melodia estiva, modulata, che mi rammentò Aquarium di Saint-Saens. Prima di ogni altra cosa concessi ai miei sensi qualche istante per acquietarsi. p. 253

13. Erik fece un passo a sinistra, si fermò, poi un passo a destra. Si era messo a ballare! Fece una piroetta. "Sentito, Miranda? Dentro al supermercato? Sono Martha an the Vandellas, Dancing in the Street". Continuò a volteggiare mentre si avvicinava alla macchina. "E' una delle mie canzoni preferite. Piaceva un sacco anche a Isaac. La sento sempre adesso. Buffo. Non credo che mi fosse mai capitato di sentirla tanto spesso, prima". p. 272

14. Si sentiva spesso una bella canzone alla radio anni fa. Fin troppo spesso, la si sentiva, ma a me non dispiaceva perché mi teneva compagnia ed è una cosa che mi fa sempre contenta. Mi capitava anche di canticchiarla di tanto in tanto senza neanche accorgermene. S'intitolava How do I Live Without You?. Già, come posso vivere senza di te? p. 280

lunedì 15 dicembre 2008

Con la faccia di cera




a tutti quelli che antepongono la dignità e la vita al profitto e al benessere
a tutti quelli per i quali una festa in costume non vale la vita di un cavallo

Girolamo De Michele, Con la faccia di Cera, "Verdenero", 12, Edizioni Ambiente, Milano, 2008, 180 pagine.


Nella dedica del libro sono racchiusi i due temi del racconto lungo che De Michele ha scritto per il dodicesimo libro della collana Verdenero.
Durante i giorni del Palio, in una Ferrara paranoica e indifferente una nebbia chimica anima i morti del petrolchimico che iniziano a camminare accanto a leggende cittadine, a personaggi storici e alle vittime del fascismo.
Guide del protagonista alla scoperta dell'avvelenamento da cloruro di vinile monomero (CVM) sono gli spettri di un ex-operaio della Solvay e di sua nipote.

Confesso che per me l'unico Palio è quello di Siena cui sono legato da una passione poco razionale e partigiana. A Ferrara, "Il palio più antico del mondo" venne istituito nel 1279 codificando una tradizione di poco tempo precedente e si corse fino al Seicento per essere poi sostituito da parate e cortei. La tradizione venne quindi ripresa all'inizio del Novecento; oggi si corre l'ultima domenica di maggio di ogni anno.
L'edizione del maggio 2006 è stata particolarmente drammatica e ha portato all'abbattimento di due purosangue Baonero e Blasco e all'azzoppamento di un terzo, In Space. Gli incidenti, imputati alle cattive condizioni della pista hanno portato il Comune di Ferrara ad adottare misure simili a quelle adottate da tempo a Siena.
La seconda parte della dedica del libro sottintende una delle pochissime tesi animaliste con cui sono sempre stato in disaccordo. "La festa in costume", mi riferisco in particolare al Palio di Siena, è qualcosa di raro e prezioso e se da una parte non deve essere un paravento per crudeltà e negligenze non può assolutamente essere paragonata alla mattanza delle corride.

Verdenero - Noir di ecomafia





VerdeNero - Noir di ecomafia "è una iniziativa di sensibilizzazione sui fenomeni dell’ecomafia che nasce dalla collaborazione tra Edizioni Ambiente e Legambiente. Ecomafia significa un enorme giro d’affari che prospera sulla sottrazione illegale delle risorse ambientali, sui traffici di animali e opere d’arte, su abusivismi di ogni genere, si scioglie nei mille rivoli della cronaca giudiziaria e degli scandali, rendendo difficile ai non addetti ai lavori coglierne il volto, la dimensione complessiva e, infine, l’effettivo impatto sociale e culturale."

Da qualche anno la nuova ondata di autori noir italiani attinge a piene mani alla cronaca giudiziaria, spesso legata a tematiche ambientali, come fonte d'ispirazione.
Dal 1994 Legambiente pubblica il "Rapporto Ecomafia" che sembra una triste conferma della innegabile superiorità della realtà sulla fantasia in tema di spunti narrativi.
Edizioni Ambiente ha ideato, in collaborazione con Legambiente, questa collana chiedendo agli autori di costruire delle storie a partire da fatti contenuti dal rapporto ecomafia; il risultato è brillante ed è un esempio di come la comunicazione messa al servizio di idee valide produca risultati molto interessanti.
La cadenza è irregolarmente bimestrale (o meglio in un anno di solito vengono pubblicati sei libri), il prezzo è contenuto (10-12€), gli autori sono quanto di meglio possa offrire il panorama noir contemporaneo e gli esiti narrativi, se pur legati all'autore, sono ottimi.
il blog di Verdenero è pubblicato nel blogroll della Congregazione dell'indice.

Elenco dei libri pubblicati

14. Francesco Abate, Massimo Carlotto - L'albero dei microchip, 2009
13. Carlo Lucarelli - Navi a perdere, 2008
12. Con la faccia di cera - Girolamo De Michele, 2008
11. L'ultimo giorno felice - Tullio Avoledo, 2008
10. Bloody Mary - Marco Vichi, Leonardo Gori, 2008
09. Sequenze di memoria - Loriano Macchiavelli, 2008
08. I dannati di Malva - Licia Troisi, 2008
07. Previsioni del tempo - Wu Ming, 2008
06. Fuoco! - Giancarlo De Cataldo, 2007
05. Rovina - Simona Vinci, 2007
04. L'uomo cannone - Piero Colaprico, 2007
03. Melma - Eraldo Baldini, 2007
02. Fotofinish - Giacomo Cacciatore, Valentina Gebbia, Gery Palazzotto, 2007
01. Bestie - Sandrone Dazieri, 2007

sabato 13 dicembre 2008

Il palazzo delle pulci





Elif Shafak, Il Palazzo delle pulci (Bit Palas, 2002 - The Flea Palace, 2005), "La scala", Rizzoli, Milano, 2008 traduzione di Stefania Manzana e Luisa Martolini, 491 pagine.

Era un uomo che per sopravvivere aveva bisogno di sentirsi indispensabile - uno di quelli che o si innamorano di donne fragili o finiscono col rendere fragili le donne che amano. p. 45

Ma quando appoggio il rosso sopra il blu e guardò il mondo diventare viola un grido affannoso le sfuggi dalle labbra: "I-stan-bul!". L'aveva trovato. [...] Nello spettro dei colori e delle sfumature, Istanbul era viola; un viola azzurrognolo e grigiastro che il sole abbagliante, riflesso dalle cupole ricoperte di piombo, macchiava goccia a goccia e bruciava pennellata su pennellata. p. 67

Tutti sanno che guidare quando si è ubriachi è pericoloso. Ma telefonare quando si è ubriachi può avere conseguenze ancora più nefaste. p. 171

Gli uomini che tradiscono puntano alla qualità: vogliono ottenere da un'altra donna un amore che nella sostanza sia diverso da quello che ricevono dalle loro mogli. Invece le donne che tradiscono puntano alla quantità: vogliono ottenere da un altro uomo un amore che sia maggiore da quello che ricevono dal marito. p. 190

"L'amore non è altro che un meccanismo neurochimico" diceva spesso il professor Kandinskij, "e gli amanti più fedeli hanno un cervello di dimensioni rdiottissime. Se si incontra una donna sposata da anni ancora innamorata pazza di suo marito, si può stare certi che la sua memoria è uguale a quella di una cinciallegra". p.223

"Ma appena vi attaccano il telefono, per prima cosa chiamate un negozio di dolciumi". p. 308

Dopotutto, è così che stanno le cose. Perché possiamo davvero condividere il dolore di un'altra persona, per prima cosa l'altra persona deve condividere la nostra stessa realtà. p. 440

L'essere umano è estremamente vulnerabile e primitivo. Sono le coincidenze, piuttosto che le conseguenze che egli causa, a lasciare un'impronta nella sua vita. p. 466

mercoledì 10 dicembre 2008

Booklist 1973 - 2005

In approssimativo ordine cronologico, dal più recente al più vecchio:

Andrea Camilleri, Una voce di notte
Aravind Adiga, L'ultimo uomo nella torre
Andrei Makine, Il testamento francese
Jonathan Safran Foer, Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?
Umbero Eco, Il cimitero di Praga
18.04.2010 Andre DUBUS - Non abitiamo più qui
18.04.2010 Larry McMURTRY - L'ultimo spettacolo
18.04.2010 Joe COTTONWOOD - Le famose patate
18.04.2010 Jack LONDON - La crociera dello Snark
18.04.2010 Jack LONDON - Rivoluzione
18.04.2010 Walt WHITMAN - Nel West e altri racconti
07.02.2010 John UPDIKE - Le vedove di Eastwick
07.02.2010 Nick HORNBY - Tutta un'altra musica
07.02.2010 Dave EGGERS - Erano solo ragazzi in cammino
28.01.2010 John Kennedy TOOLE - Una banda di idioti
28.01.2010 Valerio EVANGELISTI - Magus. Il romanzo di Nostradamus
19.11.2009 Kurt VONNEGUT - Destini peggiori della morte
19.11.2009 Sergio ATZENI - I sogni della città bianca
14.06.2009 Jonathan CARROLL - Tu e un quarto
02.05.2009 Jonathan CARROLL - Zuppa di vetro
19.04.2009 Gianluca FAVETTO - Tommaso Torelli, inseguitore
08.02.2009 Edmondo DE AMICIS - Costantinopoli
08.02.2009 Ernesto FERRERO - Barbablù
Orhan PAMUK - Altri colori
Philip ROTH - Il fantasma esce di scena
19.11.2008 Orhan PAMUK - Istanbul
Sergio ATZENI - Raccontare fole
Sergio ATZENI - Bellas Mariposas


Dick, Philip Kindred
  • Il disco di fiamma
  • Mary e il gigante
  • L'occhio nel cielo
  • Redenzione immorale
  • Tempo fuor di sesto
  • Confessioni di un artista di merda
  • L'uomo dai denti tutti uguali
  • La svastica sul sole
  • Cronache del dopobomba
  • Follia per sette clan
  • Le tre stimmate di Palmer Eldritch
  • Il sognatore d'armi
  • Blade Runner
  • Ubik
  • Nostri amici da Frolix 8
  • Scorrete lacrime, disse il poliziotto
  • Un oscuro scrutare
  • L'uomo variabile  
Evangelisti, Valerio
  • Nicolas Eymerich, inquisitore
  • Le catene di Eymerich
  • Il mistero dell'inquisitore Eymerich
  • Il corpo e il sangue di Eymerich
  • Cherudek
  • Picatrix. La scala per l'inferno
  • Il castello di Eymerich
  • Metallo urlante
  • Black Flag?
Holdstock, Robert
  • La foresta dei Mitago
  • Lavondyss
  • La regione sconosciuta
Maalouf, Amin
  • Col fucile del console d'Inghilterra 
Saramago, José
  • L'anno mille993
  • Manuale di pittura e calligrafia
  • Una terra chiamata Alentejo
  • Memoriale del convento
  • L'anno della morte di Ricardo Reis
  • La zattera di pietra
  • Storia dell'assedio di Lisbona
  • Il Vangelo secondo Gesù Cristo
  • Cecità
  • Tutti i nomi
  • Il racconto dell'isola sconosciuta
  • La caverna
  • L'uomo duplicato
Vonnegut, Kurt
  • Piano meccanico
  • Le sirene di Titano
  • Madre notte
  • Ghiaccio-nove
  • Dio la benedica, signor Rosewater o perle ai porci
  • Mattatoio n. 5
  • La colazione dei campioni 
  • Comica finale
  • Un pezzo da galera
  • Il grande tiratore
  • Galapagos
  • Hocus Pocus
  • Cronosisma

giovedì 4 dicembre 2008

Collodoro




Viva sa Madonna de Gonare, sa Madonna liberadora!


Salvatore Niffoi, Collodoro, "Fabula", 193, Adelphi, Milano, 2008, 291 pagine.

Antoni Sarmentu è una reincarnazione barbaricina di Fermín Espinoza. Garabombo è invisibile, Collodoro riesce a leggere l'animo delle persone come se fossero trasparenti. La loro "guerra silenciosa" si combatte nella stesso tempo sospeso e mitico, sugli stessi sentieri di montagna, contro gli stessi nemici.
Salvatore Niffoi è, naturalmente, una reincarnazione sarda di Manuel Scorza.
Nuoro forse non è l'Atene Sarda che immagina qualcuno ma di certo da Nuoro (e dalla Sardegna) provengono alcune delle voci più importanti della Letteratura italiana contemporanea.

Antoni era da sempre convinto che la bestia umana, dopo millenni di civiltà, sotto la pelle nascondesse ancora le squame degli anfibi, le piume degli uccelli, la spina dorsale dei serpenti. p. 36

Si costruivano navi di parole per andare lontano da Noroddile, citando a memoria i poeti che lei preferiva. p.94

Per campare Antoni faceva il ceramista, ma aveva sempre sognato di fare l'archeologo. Una notte che da piccolo era affacciato alla finestra di mannai Natalia in attesa di contare le stelle cadenti vide la luna uscire come una perla lucente dalla montagna sacra di Oddokkakkaro e fece una promessa: "Diventerò scopritore di tesori e scaverò la terra per scoprire dove nasce la luna!". Mannai si mise a ridere a scacaglio. "Domani ti regalo una delle mie zappette, così puoi già iniziare a scavare!".p. 166

Secondo tziu Mabrogiu Zilote, Attilio era sciapo come il fango, perché non capiva che la vera ricchezza dei poveri bisogna metterla a frutto almeno tra le lenzuola. p. 203

martedì 25 novembre 2008

Dio la benedica Dott. Kevorkian




In ogni caso ecco il mio epitaffio: "Tutto è stato bellissimo. Nulla mi ha ferito". Comunque sia, me la sarò svignata.

Kurt Vonnegut, Dio la benedica dott. Kevorkian (God Bless You, Dr. Kevorkian , 1999. Elèuthera, Milano, 2000, traduzione di Vincenzo Mantovani, 77 pagine).


Quando si inizia a leggere libri qualcuno dovrebbe insegnarti a tenere da parte qualche opera degli autori che ti coinvolgono di più per poterle assaporare con calma lungo tutta la vita; a me non l'ha mai detto nessuno e quindi, appena scoperto Vonnegut, come mi è accaduto, per la verità, con molti altri scrittori sono andato ad esaurimento...
Questa mia smania compulsiva ha preservato solo pochi libri di racconti che, essendo purtroppo Vonnegut morto, non mi basteranno che per pochissimo tempo.
Si tratta di un libretto di ventuno racconti, in realtà di finte interviste che lo scrittore immagina di fare a dei morti nel tunnel di luce che precede la morte grazie ad una sorta di stato coma controllato reso possibile dall'abilità del dottor Jack Kevorkian, medico americano vivente, fermo sostenitore dell'eutanasia, che ha pagato anche con anni di carcere la sua assistenza a persone che hanno praticato l'eutanasia e che è noto anche per essere l'inventore di due "macchine per la morte" chiamate Thanathon e Mercitron.
Le interviste raccolte nel libro, il cui titolo è una parodia di un'altro più famoso romanzo di Vonnegut, Dio la benedica, signor Rosewater (God Bless You, Mr. Rosewater or Pearls Before Swine), sono state trasmesse originariamente dall'emittente pubblica newyorkese WNYC.
Il viaggio dantesco di Vonnegut si limita in realtà al Paradiso (l'Inferno non esiste) o meglio al suo corridoio d'accesso, le personalità incontrate sono varie e spaziano da casi di cronaca spiccola (il signore morto per aver salvato il suo cane da un pitbull) ai personaggi storici più impegnativi (Hitler per citarne uno...). Lo stile è quello meraviglioso di sempre e il libro sembra una sorta di bigino delle concezione "umanistiche" di Vonnegut sulla vita e (naturalmente) sulla morte.

Sul credere o non credere nell'aldilà. Qualcuno di voi forse sa che io non sono né cristiano, né ebreo, né buddista, né una persona appartenente ad una religione tradizionale.
SOno un umanista, il che significa, in parte, che ho cercato di comportarmi decorosamente senza pretendere, dopo che sarò morto, né ricompense né castighi. I miei avi tedesco-americani [...] si definivano "liberi pensatori", che più o meno è la stessa cosa. Il mio bisnonno Clemens Vonnegut, per esempio, scrisse: "Se ciò che Gesù diceva era buono, cosa può importare se era Dio o no?".
Quanto a me, ho scritto: "Se non fosse per il messaggio di misericordia e di pietà contenuto mel Discorso della Montagna di Gesù, non vorrei essere un essere umano. Preferirei essere un serpente a sonagli". p. 9

Memorie di un nano gnostico

quando papa Leon v'ebbe per sposa (...)
sol bardass'e buffon eran in stima.


Leone X, ritratto da Sebastiano Del Piombo nel 1521.


David Madsen, Memorie di un nano gnostico (Memoirs of Gnostic Dwarf, 1995), "sottozero", 5, Meridiano Zero, Padova, 2005, traduzione di Lorenzo Borgotallo e Filippo Patarino, 288 pagine.

Il nano gnostico protagonista del romanzo è Peppe, Giuseppe Amadonelli, immaginario consigliere e "nano di compagnia" di Giovanni di Lorenzo de' Medici, 217° papa della Chiesa cattolica, con il nome di Leone X dal 1513 al 1521.
Secondogenito di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini, Leone X come pontefice è ricordato soprattutto perchè sotto il suo papato mossero i primi decisivi passi Lutero e la Riforma protestante (sua la bolla Exsurge Domine che Lutero bruciò pubblicamente e sua anche la successiva bolla Decet Romanum Pontificem con cui venne attuata la scomunica promessa nella precedente). Sincero umanista, allievo di Marsilio Ficino, Poliziano e Bibbiena ereditò dal padre la sensibilità verso il Mondo Classico e i valori dell'Umanesimo fu Mecenate di artisti e amico di Raffaello. Più sensibile ai valori secolari, fu in effetti un principe rinascimentale, stravagante e sfarzoso. Sulla sua probabile omosessualità, data per certa nel romanzo, sono state raccolte numerose testimonianze.
David Madsen, storico in incognito, ha quindi collocato il nano Peppe in una particolare ambientazione storica che non avrebbe avuto nessuno problema ad accoglierlo se è vero che Leone X girava Roma alla testa di un corteo di buffoni, pantere e un elefante bianco.
Il valore del romanzo di Madsen è tutto da ricercare nell'aspetto della ricostruzione storica, Peppe è una voce narrante coinvolgente e appassionante ma è lo squarcio storico a rimanere impresso. La storia si conclude con la morte di Leone e le ultime vicende del nano gnostico mi sono sembrate un po' superflue.

Lutero [...] si appoggiò agli ambienti umanisti di propensione rivoluzionaria presenti in Germania, legandosi in particolare
a Ulrich Von Hutten, uno scellerato assetato di sangue. p. 277

Poco dopo l'emanazione della bolla di scomunica, il perfido Hutten inviò a Roma una copia dei suoi libelli rivoluzionari, ma Leone era troppo malato per leggerlo. Io però lo lessi e diceva:

Den Aberglauben tilgen wir
die Wahrheit wiederbringen hier,
und d'weil das nit mag sein in gut,
so mutz es kosten aber Blut.


Non è una lingua orribile, il tedesco? Io l'ho sempre pensato. p, 279

Vi lascio con un'ultima domanda. Guardatevi bene attorno. Osservate questo mondo con aguardo critico, onesto, senza pregiudizi. Guardate la sofferenza, la miseria, tutto il male che questo mondo racchiude, e domandatevi: Dio ha realmente creato tutto questo?
Potreste scoprirvi gnostici anche voi. p.381

domenica 23 novembre 2008

Amnesia Moon



Jonathan Lethem, Amnesia Moon (Amnesia Moon, 1995. "Sotteranei", 55, minimum fax, Roma, 2003. Traduzione di Martina Testa, 256 pagine).

Stati Uniti d'America, in uno scenario post-catastrofe (ci sono riferimenti espliciti, omaggi, a Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb di Dick) alcuni uomini sono in grado di modellare attraverso i sogni delle zone di influenza; Everett Moon, alias Chaos, è uno tra i più potenti, ma è stato colpito da un'amnesia che lui stesso ha determinato e che lo ha relegato in una sorta di esilio.
Sembra di leggere un romanzo nato da un'idea di P.K. Dick e scritto da B. Sterling.
Dopo aver letto la Fortezza della solitudine può venire il legittimo dubbio che i due libri non siano stati scritti dalla stessa penna.

mercoledì 19 novembre 2008

Madame Angeloso


Non si vede mai quello che si vede.

François Vallejo, Madame Angeloso (Madame Angeloso, 2001. "Il contesto", 9, Sellerio, Palermo, 2005, traduzione di Maria Nicola, 244 pagine).

Ovvero l'apparenza inganna soprattutto se la realtà è quella inventata di un romanzo.
Madame Angeloso è un donnone imponente che sfugge al giudizio che il lettore cerca di farsi su di lei. Vallejo confonde le carte per tutto il libro salvo disseminare indizi che non permettono, comunque, di istruire un processo in cui la sentenza sia certa. E forse il senso è proprio questo: il giudizio, su di una persona, è sempre parziale e ha senso solo per chi lo formula (forse).
Ancora oggi, non conosco felicità più grande: una donna ti sottopone a delle domande, senza scrupoli dettati dall'educazione, osa quello che nessuno osa; scende subito in profondità, ti mette a disagio, e questo fa bene. p.77

Resta il fatto che, grazie a momenti simili, avevo l'impressione, ancora una volta un'impressione stupida, certamente di condividere l'intimità della mia amica a profondità sottomarine inesplorate. Relitto di un naufragio, un galeone carico d'oro riposava in fondo al mare ed era promesso a me. p.79

... ho cominciato a informarmi sui penitenziari del posto. Nessuno sapeva rispondermi. Sui palazzi, le chiese, i musei, erano tutti esperti. Nessuno immagina quanto siano istruiti i passanti. Ma sulle prigioni, tutti ignoranti, e inquieti: prova a chiedere l'indirizzo di una prigione a qualcuno, ti gurada già come un criminale. p. 113

Bisognerebbe riprendere tutto dall'inizio, tante piccole cose ti sfuggono. Deve essere questa, la vita vera, le piccole cose che ti sono sfuggite. p. 244

lunedì 17 novembre 2008

Operazione Shylock

[Venice. A public place
Enter BASSANIO and SHYLOCK.
]

SHYLOCK.

Three thousand ducats; well? \

William Shakespeare, The Merchant of Venice (Act 1, Scene 3)


Maurycy Gottlieb (1856-1879), Shylock e Jessica (particolare), disperso tra il 1939 e il 1945.

Philip Roth, Operazione Shylock. Una confessione (Operation Shylock: A Confession, 1993, "ET Scrittori", 567, Einaudi, Torino, 1998, traduzione di Vincenzo Mantovani, 457 pagine).

In questo libro Philip Roth compare due volte come protagonista: la prima nei panni caricaturali di se stesso in viaggio in Israele per un'intervista allo scrittore Aharon Appenfeld, la seconda in quelli di un suo sosia che, spacciandosi per il più illustre omonimo, sfrutta il nome comune per propugnare le idee del Diasporismo.
Il romanzo è divertente e non paga alcun prezzo all'ambientazione tragica nei giorni dell'inizio della seconda Intifada.
La cornice comica e grottesca delle vicende che il personaggio Roth affronta permette al Roth Autore di illustrare la sua posizione di ebreo americano di seconda generazione con registri diversi e da diverse angolature senza però che chi legge possa per questo ignorare la sostanza di quello che viene detto.
Roth infatti non si tira indietro nell'enunciare il suo giudizio sulla "questione palestinese"; lo fa per bocca di un attivista palestinese (poi ucciso come collaborazionista), di un membro del Mossad, del suo sosia e di se stesso quando finge di essere il suo sosia.
Si tratta di un giudizio di ferma condanna della politica e della nascita stessa dello Stato di Israele che l'Autore elabora senza prenderne le distanze, come ebreo che sta dalla parte degli ebrei; le contraddizioni vengono assunte nella loro complessità, l'antisemitismo non è mai utilizzato come una scusa e si assiste ad una piena assunzione di responsabilità.
La trama è costellata di stuazioni limite, ambigue e paradigmatiche. Il processo a John Demjanjuk americano di origine ucraina accusato di essere il boia di Treblinka, Ivan il Terribile, la violenza arrogante dell'esercito israeliano, la fragilità e i dubbi di un soldato israeliano, il Mossad e i ricchi ebrei greci finanziatori dell'OLP.
L'unica cosa che Roth fa in modo che non si possa prendere sul serio è il Diasporismo a cui però, alla fine, si vorrebbe credere come a una possibile e folle speranza.

Israele trionfante è un posto orribile, te lo dico io, dove prendere un caffè. Questi ebrei vittoriosi sono persone spaventose. E non alludo solo ai Kahane e agli Sharon. Sono tutti nello stesso mazzzo, compresi gli Yehoshua e gli Oz. I buoni che sono contrari all'occupazione della West Bank ma non all'occupazione della casa di mio padre, gli israeliani "perbene" che non vogliono rinunciare alle loro ruberie sioniste ma vogliono anche avere la coscienza tranquilla. Non sono meno boriosi degli altri: questi israeliani perbene sono amncora più boriosi. p. 137

Ebrei privi di tolleranza, ebrei per i quali tutto è sempre bianco o nero, che hanno tutti questi stupidi partitini, che hanno un partito formato da un sol uomo, tanto sono intolleranti l'uno dell'altro [...] p. 137

L'Olocausto? L'Olocausto è finito. A loro insaputa, gli stessi sionisti ne hanno sancito ufficialmente la fine tre giorni fa in Manara Square, a Ramallah. Ti condurrò là e ti mostrerò il punto dov'è stato scritto il decreto. Un muro contro il quale i soldati israeliani hanno ammassato degli innocui civili palestinesi per conciarli per le feste a bastonate. [...] La fine dell'Olocausto sta scritta sul muro col sangue palestinese. p. 150

Philip Roth, dov'era Dio tra il 1949 e il 1945? io sono certo che fu presente alla
Creazione. Sono certo che si trovò con Mosé sul monte Sinai. Il mio problema è questo: dov'era tra il 1939 e il 1945? E' stato un venir meno al proprio dovere per il quale Lui, Lui in particolar modo, non potrà mai essere perdonato. p.234

Per costituire uno stato ebraico noi abbiamo tradito la nostra storia, abbiamo fatto ai palestinesi ciò che i cristiani hanno fatto a noi: li abbiamo sistematicamente trasformati nel tanto disprezzato e soggiogato Altro, privandoli così della loro condizione umana. Prescindendo dal terrorismo, dai terroristi e dalla stupidità politica di Yasser Arafat, questa è la realtà: i palestinesi, come popolo, sono del tutto innocenti, mentre gli ebrei, come popolo, sono del tutto colpevoli. pp. 400-401

E' lo scrivere che impedisce alla gente di scrivere. p. 429

venerdì 7 novembre 2008

Necropoli


Invece la sua zucca era buia come la notte in cui stava sprofondata la sua patria; una notte in cui tutto era possibile ...

Boris Pahor, Necropoli. Memoir (Nekropola, 2005. "Le strade", 134, Fazi Editore, Roma, 2008. Traduzione di Ezio Martin, revisione del testo di Valerio Aiolli, introduzione di Claudio Magris, 280 pagine).
Boris Pahor è nato a Trieste nel 1913, appartiene alla minoranza slovena, non tutte le sue opere sono tradotte in italiano e Necropoli è la prima ad essere pubblicato (in realtà ripubblicata) da un editore, Fazi, di diffusione nazionale.
Dopo l'8 settembre 1943, Pahor, militare italiano in Libia tornò a Trieste dove si unì alla resistenza slovena, catturato dai nazisti, venne deportato in diversi campi di concentramento nazisti da cui risucì a sopravvivere.
E proprio la visita ad uno di questi, il campo di Natzweiler-Struthof in Alsazia, costituisce lo spunto narrativo da cui Pahor inizia disporre i suoi ricordi di prigionia, il suo errare per i diversi campi, tra montagne di cadaveri e di uomini ridotti ad ombre scheletriche.

Ci comportiamo nel modo esattamente opposto a come si comportano le api: dissipiamo il nostro polline su un milione di oggetti e, fingendo d'ignorare la sua voce segreta che ci sussurra che non sarà possibile, speriamo di poter avere un bel giorno tanto tempo a nostra disposizione da riuscire a riempire il vuoto del nostro alveare.

E l'uomo europeo ha accettato questo perché, nonostante le sue esclamazioni altisonanti, in verità è indolente e pauroso, talmente abituato a tirare avanti con comodo e a ridurre tutto quanto a sistema da non trovare lo spazio per inserire, nel proprio ordine di preoccupazioni misurato con il bilancino, il bisogno di una tto di fierezza. E se ogni tanto, nell'inconscio, prova vergogna per questa situazione da eunuco, si sfoga in grande stile nelle prediche moralizzatrici e nello stigmatizzare le gesta avventate della gioventù; ma ha già scialacquato in anticipo il patrimonio di onestà e di giustizia che avrebbe dovuto trasnettere alle nuove generazioni.

L'unica soluzione possibile allora, è la rivolta collettiva, che raccoglie in un'onda, in una ventata, tutte le superstiti scintille di energia. E i rari tentativi di cui io sono a conoscenza furono collettivi. Quello di Mauthausen, per esempio. Tutto un blocco di notte balzò fuori gettando i pagliericci sui fili dell'alta tensione. Certo, pochi riuscirono a sfuggire ai denti dei cani, ma tutti i caduti salvarono almeno la propria dignità di uomini.

martedì 4 novembre 2008

dial 99999*


La violenza dovrebbe essere gratuita, e nessuna rivoluzione che si rispetti dovrebbe raggiungere i sui scopi. p. 258

J. G. Ballard, Millenium People (Millenium People, 2003 - "Universale Economica", 1885, Feltrinelli, Milano, 2006 traduzione di Delfina Vezzoli).
Nel suo penultimo romanzo, Ballard ritorna a scolpire le scene e i personaggi che ormai sono una costante della sua produzione.
Troviamo lo psicologo che prima cerca di padroneggiare e poi viene travolto dalla lucida follia di un medico. Ci sono Harley e Jaguar, qualche riferimento agli aerei e all'areonautica, relazioni libertarie e il Ministero degli Interni...
C'è naturalmente l'ennesimo ricamo sul ruolo liberatorio della violenza e la rivolta delle persone normali (questa volta la "classe media" di un ex-quartiere modello, Chelsea Marina, alla periferia della metropoli londinese).
Intendiamoci, le teorie sociologiche di Ballard sono molto interessanti ed è difficile dimenticarsele appena chiuso il libro, l'esito letterario però, alla lunga, annoia.

Il turismo è un sonnifero potente. É una truffa di dimensioni colossali, e fa credere alla gente che ci sia qualcosa di interessante nella loro vita.
É il gioco delle sedie al contrario. Ogni volta che si ferma la musica di sottofndo, la gente si alza e balla intorno al mondo, e al cerchio vengono aggiunte altre sedie, altri porticcioli e Marriott Hotel, così tutti hanno l'impressione di vincere.
Ma è solo un'ennesima bufala?
Totale. Il turista odierno non va da nessuna parte. Tutti i miglioramenti dell'esistenza portano agli stessi aeroporti e agli stessi alberghi per turisti, alle stesse ferie da pina colada. I turisti sorridono della loro abbronzatura e dei loro denti smaglianti, e credono di essere felici. Ma l'abbronzatura nasconde quello che sono veramente: schiavi salariati, con la testa piena di spazzatura americana. Il viaggio è l'unica fantasia del ventesimo secolo che ci è rimasta, l'illusione che andare da qualche parte ci aiuti a reinventare noi stessi.
E invece non è possibile?
Non c'è nessun posto dove andare. Il pianeta è al completo. p.54

Siamo sempre più scontenti. I ceti medi dovrebbero essere la spina dorsale della società, con tutti i loro doveri, le loro responsabilità. Ma le vertebre sono incrinate. Le qualifiche professionali non valgono niente; una laurea in lettere è come un diploma in origami. Quanto alla sicurezza, non esiste. Un computer del Tesoro decide che i tassi d'interesse dovrebbero salire di un punto e io mi ritrovo a dovere al direttore della banca un altro anno di duro lavoro. p. 75

* The Clash, London's burning, dial 99999

venerdì 31 ottobre 2008

L´uomo che volle essere Perón


Antonio Ortiz Echagüe, Pranzo a Mamoiada, Comida en Mamoiada (1901), olio su tela, cm 180 x 210 (Madrid, coll. privata)

Giovanni Maria Bellu, L´uomo che volle essere Perón ("Narratori Italiani", Bompiani, 2008)

Inchiesta giornalistica su uno scambio di persona, romanzo con cui l'autore elabora il lutto per la morte del padre, romanzo storico sull'emigrazione italiana in Argentina, questo libro racchiude tre storie che si intrecciano.

La Leggenda sarda di Perón ovvero Giovanni Piras e Juan Perón

Nel 1951, avvocato giornalista Nino Tola pubblicò due articoli sul “L’Unione Sarda” in cui riportava delle voci che già circolavano da un decennio nel piccolo centro del nuorese di Mamoiada.
Secondo quelle voci, Juan Perón, ingombrante figura della storia argentina non era altro che Giovanni Piras, un emigrante sardo di cui si sono perse le tracce e che a un certo punto della sua vita si sostituì al general.
Nel 1984, Peppino Canneddu con il libro Juan Peron-Giovanni Piras, due nomi una persona riprese la storia documentandola con numerose informazioni.
Più recentemente altri due autori, Raffaele Ballore (El Presidente. Il caso Piras-Perón, La leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Perón, 2001) e Gabriele Casula (¿Donde nació
Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina?
) hanno scritto in merito aumentando il corpus delle informazioni riguardanti il caso.
A Mamoiada il dibattito è ancora animato appassionatamente da Peppino Canneddu; si organizzano convegni e si proiettano documentari.
La storia, molto affascinante, dovrebbe presto arrivare ad una conclusione, dal momento che una fonte di Mamoiada riporta la notizia della prossima riesumazione della salma di Peron al fine di sottoporre i resti alla prova del DNA.
Bellu entra in questa vicenda da giornalista qual è (scrive su Repubblica), raccoglie le informazioni, incontra i protagonisti (tutti e tre gli scrittori citati prima sono personaggi del libro) e presenta la storia in maniera affascinante tanto che, seppure il suo parere finale sia scettico, viene veramente voglia di credere che Peron sia stato Giovanni Piras.
Questa parte di storia, la narrazione della ricerca di un giornalista romano di informazioni su questo strano caso è narrata secono le migliori tradizioni dell'inchiesta giornalistica di cui Bellu ha già dato prove importanti (I fantasmi di Portopalo, Mondadori).
Mi rimane il dubbio pero' che a Mamoiada questo intervento di Bellu nella "loro" storia non sia stato accolto benissimo...

Il Vecchio ovvero "roba da chiodi"

La ricerca di una verità giornalistica diventa il modo in cui il protagonista del romanzo affronta la morte del padre, avvocato sardo e (nella finzione?) amico di Nino Tola.
Da un ricordo, un commento del padre ad una notizia sentita al telegionale, parte la ricerca del figlio.
Ricordi di gite, scherzi fatti e subiti, scontri e dialoghi restituiscono la figura di un uomo orgoglioso e disincantato.
Il paese fittizio di Arasolé, il nuraghe nero, la casa con la porcilaia, il "grattacielo", il trono, s'opia: gli oggetti e i luoghi parlano di una mancanza, la riempiono con espressioni e immagini, la riportano indietro.
La rievocazione si completa con la "scoperta" del piscis apriliferus n. 2, si intreccia con la storia di Giovanni Piras e ne disegna una fine ironica e beffarda.

Giovanni Piras ovvero "Que Honor!"

La terza storia è quella dell'emigrazione italiana in Argentina, di quella sarda, dell'intiera compagnia, i compagni di Giovanni Piras. Una goccia nel mare della grande epopea della emigrazione italiana di cui sempre più spesso si rimouve il ricordo per evitare il confronto con i nuovi migranti che vedono nell'Italia di oggi l'Argentina di qualche anno fa.
Il libro di Bellu si è trovato al centro del dibattito letterario sulla "new italian epic" iniziato da un saggio di Wu Ming .
Le recensioni del libro sono moltissime e, a questo proposito, "autorevoli", Wu Ming 1 , De Cataldo, Carlo Lucarelli.
La narrazione delle vicende argentine di Giobvanni Piras è poco organica, frammentaria ma è una delle parti migliori del romanzo.

giovedì 30 ottobre 2008

Kurt Vonnegut

Kurt Vonnegut, Jr.  (Indianapolis 11/11/1922 – New York 11/04/2007)

Romanzi
1952, La società della camicia stregata o Piano meccanico aka Distruggete le macchine (Utopia 14, 1954 aka Player Piano, 1966)
1959, Le sirene di Titano (The Sirens of Titan)
1961, Madre notte (Mother Night)
1963, Ghiaccio-nove (Cat's Cradle)
1965, Dio la benedica, signor Rosewater o perle ai porci (God Bless You, Mr. Rosewater or Pearls Before Swine)
1969, Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini (Slaughterhouse-Five or the Children's Crusade)
1973, La colazione dei campioni o Addio, triste lunedì! (Breakfast of the Champions or Goodbye Blue Monday!)
1976, Comica finale (Slapstick or Lonesome No More)
1979, Un pezzo da galera (Jailbird)
1982, Il grande tiratore (Deadeye Dick)
1985, Galapagos (Galapagos: A Novel)
1987, Barbablù (Bluebeard, the Autobiography of Rabo Karabekian 1916–1988)
1990, Hocus Pocus (Hocus Pocus)
1997, Cronosisma (Timequake)


Raccolte di racconti
1961, Canary in a Cathouse
1968, Benvenuta nella gabbia delle scimmie (Welcome to the Monkey House)
1981, Palm Sunday (Palm Sunday: An Autobiographical Collage)
1999, Bagombo Snuff Box: Uncollected Short Fiction
1999, Dio la benedica dott. Kevorkian (God Bless You, Dr. Kevorkian)
2008, Ricordando l'Apocalisse  (Armageddon in Retrospect and Other New and Unpublished Writings on War and Peace)
2009, Guarda l'uccelino (Look at the Birdie: Unpublished Short Fiction)
2011, Baci da 100 dollari (While Mortals Sleep: Unpublished Short Fiction)

Sceneggiature
1960, Buon compleanno Wanda June (Penelope aka Happy Birthday, Wanda June, 1970)
1962, The Very First Christmas Morning
1968, Fortitude
1987, Requiem
1993, Make Up Your Mind
1993, Miss Temptation
1993, L'Histoire du Soldat

Saggi e non-fiction
1974, Divina idiozia: come guardare al mondo contemporaneo (Wampeters, Foma & Granfalloons)
1981, Palm Sunday (Palm Sunday: An Autobiographical Collage)
1991, Destini peggiori della morte: un collage autobiografico (Fates Worse Than Death: An Autobiographical Collage)
2005, Un uomo senza patria (A Man without a Country)
2012, Kurt Vonnegut: The Cornell Sun Years 1941–1943
2012, We Are What We Pretend to Be: The First and Last Works
2013, Sucker's Portfolio: A Collection of Previously Unpublished Writing
2013, If This Isn't Nice, What Is?: Advice to the Young

Consulta la lista completa delle opere di Vonnegut.

La fortezza della solitudine


Jonathan Lethem, La fortezza della solitudine [The Fortress of Solitude, 2003 - il Saggiatore, "Net", 323, Milano 2007, trad di. Gianni Pannofino]

Romanzo ambizioso che attinge a piene mani nel vissuto personale dell'autore per tentare di tratteggiare gli ultimi trent'anni di vita americana visti da un quadrilatero di strade di Boerum Hill, Brooklyn, New York.
L'autore torna negli stessi luoghi descritti in Brooklyn senza madre [Motherless Brooklyn] ma lo stile e la profondità della scrittura sono di tutt'altro tipo.
Dylan Ebdus, il protagonista, impiega circa quarant'anni a metabolizzare parzialmente la sua formazione nel quartiere popolare in cui lui è uno dei pochissimi bambini bianchi.
I ricordi d'infanzia sono poco idealizzati, anche nei pochi momenti in cui Lethem si abbandona alla rievocazione di giochi o scoperte si tratta di pause momentanee in una storia fatta di paure e di difficoltà.
L'R&B, il funk, l'avvento del punk e i primi passi dell'hip-hop, i writer, i fumetti della Marvel, le gang e i treni ricoperti di tag, il crack e il ghetto, il romanzo trabocca di simboli dell'immaginario collettivo pop newyorkese ma sono la solitudine e l'abbandono i veri protagonisti del romanzo.
Il libro offre tantissimi spunti per cercare di descriverne i significati; le vicende umane si intrecciano, si stratificano e si sviluppano ma la sensazione che si ha quando si chiude il libro è quella di aver letto la lenta redenzione di un uomo che per sfuggire dalle paure della sua infanzia tradisce i luoghi e le persone che sono rimaste.
Ci si potrebbe perdere a considerare solo i riferimenti al mondo dei super eroi dei fumetti (il titolo si riferisce al rifugio segreto di Superman), o le citazioni musicali (la mia - non originale - idea di comporre la playlist del libro è già stata realizzata da altri) o la geografia di Brooklyn.
Mi rendo conto, cercando di scriverne addesso che si tratta di uno di quei romanzi destinati a sedimentare e riemergere...

domenica 26 ottobre 2008

Tre camere a Manhattan


Nighthawks, Edward Hopper, 1942 (Art Institute of Chicago)

George Simenon, Tre camere a Manhattan (Trois chambres à Manhattan, 1946), Adelphi, 1998, trad. di Laura Frausin Guarino (p).

Eco del soggiorno statunitense dell'autore belga, in fuga da accuse di collaborazionismo poi risultate infondate, questo romanzo breve è una goccia nel mare dell'imponente produzione letteraria di Simenon che non ha come protagonista il commissario Maigret.
L'ambientazione newyorkese è solo di occasione, la storia avrebbe potuto tranquillamente ambientarsi a Parigi o in qualsiasi altra metropoli in cui fosse credibile trovare bar aperti fino a tardi.
Il romanzo pare sia stato scritto di getto in un periodo in cui l'autore era coinvolto nelle fasi iniziali della relazione con Denyse Ouimet, la donna che sarebbe diventata la sua seconda moglie .
La narrazione riflette una certa mancanza di distacco che, al contrario, costituisce di solito uno dei punti di forza della scrittura di Simenon.
L'inizio (i misteriosi vicini, la figura ambigua e misteriosa conosciuta nel bar) fanno assaporare sviluppi che non poi si verficano.

3 febbraio 2009
In un corposo articolo, pubblicato sul Corriere della Sera, John Banville, ripercorre la carriera di Simenon e, a proposito del romanzo, dice:

«In Tre camere a Manhattan, pubblicato nel 1946, il protagonista, François Combe, noto attore francese prossimo alla cinquantina rifugiatosi in America in seguito alla separazione scandalosa e umiliante inflittagli dalla moglie attrice, è un autoritratto appena mascherato. In un bar di Manhattan François incontra Kay Miller, un’espatriata viennese che vive in America un’esistenza precaria e, suo malgrado, si innamora di lei. A sua volta, Kay è senza dubbio un ritratto di Denyse Ouimet. Nei bar e nelle strade notturne della città, e nelle tre camere del titolo – la prima in un alberghetto da due soldi, la seconda nell’appartamentino in affitto di François, la terza nella casa che Kay condivide con altri – e affrontando faticosi ostacoli, come la violenta gelosia di François e la fragilità emotiva di Kay, i due vivono un amore che per François è fonte di angoscia quanto di felicità. Parlando del romanzo, Joyce Carol Oates ne riconosce la natura autobiografica e vede Simenon, “il maestro dell’ironia... sopraffatto dalla sorpresa per quel che gli sta succedendo, soccombere a una romantica infatuazione di mezza età”.»

John Banville, Profondo noir, il cuore oscuro di Simenon, "Corriere della Sera", 26 gennaio 2009 [grazie ad Anna per la segnalazione].

giovedì 16 ottobre 2008

Le stanze illuminate


Richard Mason, Le stanze illuminate [The Lighted Rooms, 2008 - "I Coralli", Einaudi, 2008, trad. di Giovanna Scocchera]

Quello che colpisce nel romanzo è soprattutto il modo in cui Mason, al suo terzo romanzo, riesca a tratteggiare la figura dell'anziana donna Joan Mc Allister al cospetto dei fantasmi di una vita e delle malattie senili.
Mason, nato nel 1977, sembra conoscere e saper descrivere gli strani percorsi degli affetti di una donna di ottantanni come se fossero suoi, tanto che viene il dubbio (al di la delle eccezionali doti di scrittore) che il personaggio di Paul Dhanzy, un ragazzo, migliore amico dell'anziana e suo complice, sia ampiamente autobiografico.
L'eroica battaglia della memoria di Joan si combatte sui campi della sua ascendenza, il Sud Africa delle guerre boere, dell'Inghilterra Vittoriana e della sua storia personale.
Il richiamo alle guerre boere e alla storia familiare (questo si dichiaratamente autobiografico) non è rivolto al passato ma anzi si intreccia con il presente della guerra in Iraq in una denuncia senza tempo delle atrocità e dell'insensatezza delle guerre combattute per il possesso delle ricchezze del sottosuolo (Le guerre anglo-boere hanno anche l'invidiabile primato di aver introdotto i primi campi di concentramento di civili).
Forse quindi non è un caso che la figlia di Joan, Eloise, operatrice di un fondo speculativo basato sui metalli, sia legata a doppio filo all'Osmio, metallo che, il suo vecchio e mai dimenticato compagno, Claude è convinto possa sostiture il diamante negli usi industriali.
Nella storia più recente della famiglia Mc Allister i ruoli del secondogenito George e del marito Frank occupano meno righe ma sono delineati in maniera precisa; il primo, come figlio assente con la madre e vittima di violenze paterne, il secondo come marito inetto e ripugnante che ha alle spalle un'atroce esperienza dalle mani della Gestapo da cui non si è mai riuscito a riprendere.
Uno dei meccanismi più interessanti è lo spezzettamento della memoria familiare per cui il lettore è portato a comprendere i comportamenti passati dei vari componenti della familia più di quanto lo scrittore permetta ai suoi personaggi.
Frank non ha mai detto a Joan come e dove si era procurato le cicatrici sul petto, Eloise che lo sapeva, non ha mai saputo invece (lo scopre verso la fine del libro) che suo padre per anni martellava le dita di George per abituarlo al dolore che avrebbe potuto affrontare...
Sullo sofndo la figura di Astrid, madre di Frank, che lo scrittore non inserisce nel circuito narrativo delle rivelazioni e che si staglia come pura figura negativa, antagonista reale di Joan.

Qui si può leggere la recensione del libro che WM4 ha scritto su Nadropausa.

giovedì 9 ottobre 2008

Booklist 2007


08.01.2007 I giocatori di Titano - Philip K. DICK
10.01.2007 La casa del sonno - Jonathan COE
12.01.2007 Essere senza destino - Imre KERTESZ
16.01.2007 Il diavolo per la coda - Daniel CHAVARRIA
28.01.2007 Apologo del giudice bandito - Sergio ATZENI
28.01.2007 Le correzioni - Jonathan FRANZEN
06.02.2007 La mostra delle atrocità - James G. BALLARD
08.02.2007 La fine del gioco - Julio CORTAZAR
16.02.2007 L'anno della morte di Ricardo Reis - José SARAMAGO
23.03.2007 L'amore non guasta - Jonathan COE
26.03.2007 Il fuggiasco - Massimo CARLOTTO
29.03.2007 Aglio, menta e basilico - Jean-Claude IZZO
30.03.2007 La misteriosa fiamma della regina Loana - Umberto ECO
02.04.2007 Gli scali del Levante - Amin MAALOUF
13.04.2007 Artificial Kid - Bruce STERLING
19.04.2007 Gli anni della grande peste - Sergio ATZENI
20.04.2007 Piccoli suicidi tra amici - Arto PAASILINNA (R)
26.04.2007 Un corpo sul fondo - Pietro SPIRITO
27.04.2007 Treni strettamente sorvegliati - Bohumil HRABAL
30.04.2007 Forte movimento - Jonathan FRANZEN
07.05.2007 Foe - John M. COETZEE
08.05.2007 Manituana - WU MING
11.05.2007 La vita, l'universo e tutto quanto - Douglas ADAMS
22.05.2007 La strada muta - Alfredo CHIATELLO (P)
29.05.2007 Oggetto quasi - José SARAMAGO
29.05.2007 Gioventù - John M. COETZEE
08.06.2007 Glamorama - Bret Easton ELLIS
06.07.2007 Morte di un traduttore - Ignacio MARTINEZ DE PISON
27.07.2007 I segreti erotici dei grandi chef - Irvine WELSH (R)
31.07.2007 L'impero del Sole - James G. BALLARD
11.08.2007 Asce di guerra - Vitaliano RAVAGLI e WU MING
24.08.2007 Bestie - Sandrone DAZIERI (VN1)
26.08.2007 Il collare di fuoco - Valerio EVANGELISTI
03.09.2007 Melma - Eraldo BALDINI (VN2)
03.09.2007 Il mistero di Mangiabarche - Massimo CARLOTTO
04.09.2007 Noi marziani - Philip K. DICK
05.09.2007 Fotofinish - G. CACCIATORE, V. GENNA, G. PALAZZOTTO (VN3)
05.09.2007 Il tempio verde - Robert HOLDSTOCK
06.09.2007 Circolo chiuso - Jonathan COE
08.09.2007 Nessuna cortesia all'uscita - Massimo CARLOTTO
11.09.2007 Il grido del popolo - Jean VAUTRIN
20.09.2007 L'uomo cannone - Piero COLAPRICO (VN4)
20.09.2007 Il buon soldato Sc'Vèik - Jaroslav HASEK
11.10.2007 Il viaggio premio - Julio CORTAZAR
18.10.2007 Il ponte della Ghisolfa - Giovanni TESTORI
23.10.2008 Il corriere colombiano - Massimo CARLOTTO
27.10.2007 Barbablù - Kurt VONNEGUT
30.10.2007 Rovina - Simona VINCI (VN5)
02.11.2007 Il maestro di nodi - Massimo CARLOTTO
04.11.2007 Un lavoro sporco - Christopher MOORE
07.11.2007 Echi perduti - Joe R. LANSDALE
08.11.2007 L'oscura immensità della morte - Massimo CARLOTTO
09.11.2007 Mi fido di te - Francesco ABATE e Massimo CARLOTTO
12.11.2007 N. - Ernesto FERRERO
18.11.2007 Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio - Lakhous AMARA
23.11.2007 Il viaggio degli inganni - Salvatore NIFFOI
26.11.2007 I ragazzi di Anansi - Neil GAIMAN
28.11.2007 Sparate sul pianista - David GOODIS
01.12.2007 La rivolta degli angeli - Anatole FRANCE
04.12.2007 La donna di Giles - Madeleine BOURDOUXHE
04.12.2007 L'albero dei Giannizzeri - Jason GOODWIN
07.12.2007 Sozaboy - Ken Saro WIWA
09.12.2007 L'ombra dell'acquila - Arturo PEREZ-REVERTE
10.12.2007 Le irregolari. Buenos Aires Horror Tour - Massimo CARLOTTO
11.12.2007 L'altro mondo - Marcello FOIS
13.12.2007 La misteriosa storia del papiro di Artemidoro - Ernesto FERRERO
13.12.2007 Il postino di Piracherfa - Salvatore NIFFOI
16.12.2007 La strategia dell'ariete - KAI ZEN
18.12.2007 Labirinto di morte - Philip K. DICK
22.12.2007 La strada - Cormac MCCARTHY
26.12.2007 Il seprente di pietra - Jason GOODWIN

Ogni cosa è illuminata



Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata (Everything is Illuminated , 2002 - "Le fenici tascabili", Guanda, 2002 traduzione di Massimo Bocchiola).

Questo romanzo prendeva polvere sugli scaffali della libreria da un po' di tempo.
Attendeva, infatti, educato, il suo turno dopo gli altri libri che avevo intenzione di leggere. Ma la coda, a mano a mano, si è fatta sempre più lunga, mettendo a dura prova la pazienza anglosassone del volume, a partire dal momento in cui mi è capitato di vedere il film omonimo diretto da Liev Schreiber.
Come accade a moltissimi, mi capita di restare deluso dalle trasposizioni cinematografiche dei libri, credo sia qualcosa di condiviso da tutti i lettori paragonabile forse come diffusione al ripulso che si prova nell'ascoltare la propria voce registrata.
Da tempo quindi, nel momento in cui vengo a sapere che è stato tratto un film da un libro che intendo leggere cerco di anticiparne la lettura, per evitare delusioni; cosa che in questo caso specifico non mi è, naturalmente, riuscita.

Il film in realtà mi è piaciuto e, come merito non secondario, mi ha permesso di conoscere i Gogol Bordello, coautori della colonna sonora.
Nel frattempo, nell'attesa che i miei neuroni abbandonassero in qualche posto irraggiungibile del mio cervello le immagini evocate dal film, per una sorta di compensazione, ho letto Molto forte, incredibilmente vicino. La lettura di quest'ultimo ha però solo aumentato la voglia di leggere il romanzo d'esordio di Safran Foer.
Sono riuscito a resistere, fingendo superiorità, per tre lunghi anni agli occasionali sguardi sdegnosi che il libro mi lanciava dallo scaffale fino a quando, preso in mano per l'ennesima volta il libro lucido e giallo, mi sono dovuto arrendere.

Certo, ci sono molte differenze nella trama; il libro offre molta più profondità, la scrittura da sola vale la lettura, nella sceneggiatura del film è stata tagliata la quasi totalità del racconto sullo shtetl di Trachimbrod , mancano personaggi come Brod e Yankel, l'uomo di Kolki e Safran e non è quasi neanche accennato il percorso di "umanizzazione" di Alexander Perchov; ma, mentre lo leggevo, nella mia testa, i personaggi assumevano le fattezze di Elijah Wood e Eugene Hütz (gli attori del film), mi capitava di immaginare campi di girasole non autorizzati in mezzo a cui viaggiava lenta la Trabant azzura di Viaggi Tradizione...

Come accade a moltissimi, mi capita di restare deluso dalle trasposizioni cinematografiche dei libri; in questo caso, nonostante il film non sia affatto male, il libro è talmente superiore che mi dispiace che i miei neuroni, inaspettatamente, siano stati così efficienti.

Era un genio della tristezza, e in essa si tuffava distinguendone i molti fili, apprezzandone le sfumature più sottili. Era un prisma attraverso cui la tristezza poteva suddividersi enl suo infinito sprettro. * Brod, inventrice delle 613 Tristezze p.96

GLI EBREI HANNO SEI SENSI
Tatto, gusto, vista, odorato, udito... memoria. Mentre i gentili fanno esperienza del mondo mediante i sensi tradizionali e usano la memoria solo come strumento di secon'ordine per interpretare i fatti, per li ebrei la memoria non è meno primaria della puntura di uno spillo, o del suo argenteo luccichio, o del gusto del sangue che sprigiona il dito. L'ebreo è punto da uno spillo e ricorda altri spilli. E' solo riconducendo la puntura dello spillo ad altre punture - quando sua madre tentava di aggiustargli la manica con il suo braccio dentro; quando le dita di suo nonno si addormentarono accarezzando la fronte madida di suo bisnonno; quando Abramo saggiò il coltello per essere sicuro che Isacco non sentisse dolore - che l'ebreo appura perchè faccia male. Quando un ebreo incontra uno spillo, domanda: Che cosa mi ricorda? * Estratto del Libro degli antecedenti pp. 237-8

La casa dove tua bis-bis-bisnonna e io andammo a stare appena spostai dava sulle cascatelle [...] Aveva pavimenti di legno e finestre magnifiche e spazio sufficiente per una famiglia numerosa. Era una bella casa. Una buona casa.
Ma l'acqua... diceva la tua bis-bis-bisnonna ... non riesco a sentirmi quando penso.
Tempo, io la incalzavo. Datti tempo.
E, lascia che te lo dica: anche se la casa era spaventosamente umida, e il prato davanti una fangaia perenne a causa degli spruzzi; anche se i muri ogni sei mesi necessitavano di riparazioni, e scaglie di pittura cadevano dal soffitto in tutte le stagioni come neve... cioò che si dice di chi abita vicino a una cascata è vero.
Che cosa, chiese mio nonno, cosa si dice?
Si dice che chi abita vicino a una cascata non senta l'acqua.
Questo, si dice?
Esatto. Naturalmente la tua bis-bis-bisnonna aveva ragione.
All'inizio fu terribile. Non sopportavamo di rimanere in casa per più di poche ore di fila. Le prime due settimane furono caratterizzate da notti di sonno intermittente, litigi soltanto per il gusto di farci sentiore sopra lo scroscio. Litigavamo al solo scopo di ricordarci a vicenda che eravamo innamorati e non in preda all'odio.
PErò le settimane successive andò un po' meglio: era possibile dormire qualche buona oretta per notte e mangiare con un disagio sopportabile. la tua bis-bis-bisnonna ancora malediceva l'acqua [...], ma meno di frequente, e con minore furia. [...]
La vita continuò perchè la vita continua, e il tempo passò, perchè il tempo passa, e dopo pocp più di due mesi: Hai sentito? le domandai, una delle rare mattine in cui eravamo seduti insieme a tavola. Hai sentito? Deposi il mio caffè e mi alazi dalla sedia. La senti quella cosa?
Quale? mi chiese lei.
Esatto! risposi, correndo fuori per salutare a pugno teso la cascata. Esattamente!
Ballammo, lanciando in aria manciate d'acqua, senza sentire proprio neinte. Alternavamo abbracci di perdono e urla di umano trionfo all'indirizzo dell'acqua. Chi vince la battaglia? Chi vince la battaglia, cascata? Noi! La vinciamo noi!
E questo vivere vicino a una cascata, safran. [..] Il timbro si sbiadisce. La lama si smussa. Il dolore si affievolisce. Ogni amore è scolpito nella perdita. [...]
Ma questa non è tutta la storia, continuo la Meridiana. l'ho capito la prima volta che ho tentato di bisbigliare un segreto senza riuscirvi, o fischiettare una canzone senza insinuare la paura nei cuori di chi era nel raggio di centro metri, quando i miei colleghi della conceria mi hanno supplicato di abbassare la voce perché CHi riesce a pensare se gridi in quel modo? Al che io ho domandato: STO DAVVERO GRIDANDO? * La storia della casa sulla cascata, la Meridiana, pp. 313-5