giovedì 16 ottobre 2008
Le stanze illuminate
Richard Mason, Le stanze illuminate [The Lighted Rooms, 2008 - "I Coralli", Einaudi, 2008, trad. di Giovanna Scocchera]
Quello che colpisce nel romanzo è soprattutto il modo in cui Mason, al suo terzo romanzo, riesca a tratteggiare la figura dell'anziana donna Joan Mc Allister al cospetto dei fantasmi di una vita e delle malattie senili.
Mason, nato nel 1977, sembra conoscere e saper descrivere gli strani percorsi degli affetti di una donna di ottantanni come se fossero suoi, tanto che viene il dubbio (al di la delle eccezionali doti di scrittore) che il personaggio di Paul Dhanzy, un ragazzo, migliore amico dell'anziana e suo complice, sia ampiamente autobiografico.
L'eroica battaglia della memoria di Joan si combatte sui campi della sua ascendenza, il Sud Africa delle guerre boere, dell'Inghilterra Vittoriana e della sua storia personale.
Il richiamo alle guerre boere e alla storia familiare (questo si dichiaratamente autobiografico) non è rivolto al passato ma anzi si intreccia con il presente della guerra in Iraq in una denuncia senza tempo delle atrocità e dell'insensatezza delle guerre combattute per il possesso delle ricchezze del sottosuolo (Le guerre anglo-boere hanno anche l'invidiabile primato di aver introdotto i primi campi di concentramento di civili).
Forse quindi non è un caso che la figlia di Joan, Eloise, operatrice di un fondo speculativo basato sui metalli, sia legata a doppio filo all'Osmio, metallo che, il suo vecchio e mai dimenticato compagno, Claude è convinto possa sostiture il diamante negli usi industriali.
Nella storia più recente della famiglia Mc Allister i ruoli del secondogenito George e del marito Frank occupano meno righe ma sono delineati in maniera precisa; il primo, come figlio assente con la madre e vittima di violenze paterne, il secondo come marito inetto e ripugnante che ha alle spalle un'atroce esperienza dalle mani della Gestapo da cui non si è mai riuscito a riprendere.
Uno dei meccanismi più interessanti è lo spezzettamento della memoria familiare per cui il lettore è portato a comprendere i comportamenti passati dei vari componenti della familia più di quanto lo scrittore permetta ai suoi personaggi.
Frank non ha mai detto a Joan come e dove si era procurato le cicatrici sul petto, Eloise che lo sapeva, non ha mai saputo invece (lo scopre verso la fine del libro) che suo padre per anni martellava le dita di George per abituarlo al dolore che avrebbe potuto affrontare...
Sullo sofndo la figura di Astrid, madre di Frank, che lo scrittore non inserisce nel circuito narrativo delle rivelazioni e che si staglia come pura figura negativa, antagonista reale di Joan.
Qui si può leggere la recensione del libro che WM4 ha scritto su Nadropausa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento