sabato 30 novembre 2013

La cavalcata dei morti


Fred Vargas, La cavalcata dei morti (L'Armée furieuse, 2011),  "I casi del commissario Adamsberg. Super ET", 7, Einaudi, Torino, traduzione dal francese di Margherita Botto, 2013, 423 pagine.

C'era una scia di bricioline di pane che dalla cucina arrivava in camera da letto, fin sulle lenzuola pulite tra cui riposava la vecchia, morta e a bocca spalancata. p. 3

- Uno sa sempre qual è la sua decisione prima ancora di averla presa. In realtà, lo sa fin dall'inizio. Ecco perché i consigli non servono a niente. p. 14

Un'ora dopo decollava di nuovo, seguito dal duplice sguardo pensoso e vuoto di Adamsberg e di suo figlio. p. 422

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mercoledì 27 novembre 2013

Il trono di spade

George Raymond Richard Martin, Il trono di spade (prima parte di A Game of Thrones, 1996), "Oscar bestsellers", 1145, Mondadori, Milano, 2001, traduzione dall'inglese di Sergio Altieri, 441 pagine.

Tyrion Lannister aveva visto le mappe, ma i giorni di marcia lungo le piste selvagge che dalla strada del Re li avevano condotti in quella desolazione raggelante gli avevano insegnato una dura lezione: le mappe sono una cosa, la terra è una cosa brutalmente diversa. p. 135

Se un uomo si dipinge un bersaglio sul petto, deve aspettarsi che prima o poi qualcuno lanci una freccia. p. 231

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sabato 23 novembre 2013

La domenica della vita

La statua di François-Jean Lefebvre de La Barre a Montmartre, Parigi. La statua è stata eretta nel 2001 in sostituzione dell'originale, originariamente collocata nel 1926 e  rifusa per fini bellici nel 1943.

Raymond Quenau, La domenica della vita (Le dimanche de la vie, 1952), "Letture Einaudi", 18, traduzione dal francese di Giuseppe Guglielmi, postfazione di Giovanni Magrini, Einaudi, Torino, 2009, 217 pagine.

Siccome i personaggi questo romanzo sono reali, ogni rassomiglianza con figure immaginarie verrebbe ad essere fortuita.

Non poteva immaginarselo che ogni volta che passava davanti alla sua bottega, lei lo guardava, la negoziante, il soldato Brû. p. 3

- Se te lo chiedono, imbecille, risponderai, cretino, che non ne sai niente, idiota. p. 33

Una volta accettato il principio, fissarono poi la durata: quindici giorni parve loro sufficiente. Ci si stracca di troppa intimità e, alla lunga, ci si stanca della cantatina, unicamente per la cantatina: due settimane, giusto quel che ci vuole per gustare senza disgustarsi. pp. 41-42

Non credeva ai preti, né alle loro storie. Gli riconosceva soltanto un certo gusto per l'architettura e, forse anche, per la musica. p. 173

Julia si strafocò dal ridere: era per metterci la mano sulle chiappe. p. 198

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martedì 19 novembre 2013

Tra cielo e terra

Il casone di Borgata Martinetto, lungo il fiume Arroscia (Ranzo, IM).

Anton Giulio Barrili, Tra cielo e terra, Fratelli Treves Editori, Milano, 1907.

Ma si, che volete? gli avevano fatto un'ingiustizia. Le ingiustizie non si sopportano, o si mostra di averle meritate; nel qual caso non sono più ingiustizie, ne convenite?

La  notte, senza lume di luna, era buia e l'entrare del treno nelle centomila gallerie delle Cinque Terre e l'uscirne non facevano divario alla vista.

"l'orthodoxie c'est ma doxie à moi; l'étérodoxie c'est votre doxie à vous".

Ci sono parole nei vocabolari; costrutti e locuzione nelle grammatiche; ci stanno a guisa di forme morte o dormenti, che si ravvivano o si ridestano al suono della voce da cui sono richiamate.

E andava innanzi così, alla ventura, come si va pur troppo in tante circostanze della vita, quando non siamo noi che scegliamo il sentiero o regoliamo i nostri passi, ma è la nostra passione, il caso.

I facili discorritori amano che qualche parola metta in mezzo ai loro discorsi; almeno quando essi hanno la bontà di ricogliere il fiato.

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lunedì 11 novembre 2013

Mappe per amanti smarriti



Nadeem Aslam, Mappe per amanti smarriti (Maps For Lost lovers, 2004), Universale Economica Feltrinelli, 1919, Feltrinelli, Milano, 2009, traduzione dall'inglese di Delfina Vezzoli, 379 pagine.

Shamas se ne sta sulla porta aperta a guardare la terra, quella calamita che strappa al cielo i fiocchi di neve per attrarli a sé. p. 11

Parlare ad alta voce è una necessità, perché il quartiere è sordo dopo trent'anni di lavoro in fabbrica, e mescola il tè per minuti e minuti di fila come se in fondo alla tazza ci fossero dei sassi invece che granelli di zucchero. p.53

Le parole sono pronunciate con la schiena girata: l'interlocutore viene messo alla prova, per vedere se riesce a indovinare l'espressione che le accompagna, come fa un innamorato quando chiude gli occhi e chiede di che colore sono: la risposta giusta sarà una prova d'amore. p. 101

Ma i miracoli nascevano dalla fede, non la fede dai miracoli. p. 128

Charag e Stella si persero tra la folla che si riversò per la strada come una massa di termiti da un formicaio violato. p. 135

Tra loro si stende un ponte di vetro e il passo che Shamas azzarda verso di lei è molto, molto esitante. p.145

Shamas dice che parlare con lei è una consolazione e un piacere, che la bellezza non è ciò che lui cerca in una donna; ma, come tutti gli uomini, ha le idee poco chiare, peggio di un bambino: in realtà vuol dire che la bellezza da sola non è ciò che cerca - una donna deve essere intelligente oltre che bella. p. 220

Suraya aveva detto: "Ho dovuto degradarmi con te. la nostra religione non mi concede alternative per riavere il mio adorato figlio". Naturalmente si pentiva della prima cosa, non della seconda: ecco fino a che punto un sistema condiziona la gente a credere nella sua infallibilità, a convincersi che non si possa metterlo in discussione. "Siamo costretti a mendicare, " dicono i mendicanti, "la maledetta pancia vuole nutrimento": così la colpa è della pancia, non dell'ingiustizia di un mondo che non fa niente perché tutti possano riempirsi la pancia in modo dignitoso. p. 247

"Cos'è questo gran parlare di denaro vecchio e denaro nuovo? Se è denaro nuovo è macchiato del sangue e del sudore della povera gente che viene sfruttata e svilita nel presente, e se è denaro vecchio è macchiato del sangue e del sudore della povera gente che è stata sfruttata e svilita nel passato. Le gambe dei troni della gente ricca hanno sempre poggiato sulle teste della povera gente". p. 322

Si allontana dalla vetrina del giornalaio e s'incammina lungo la strada coperta di neve. p.379

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