giovedì 18 novembre 2010

La luce di Orione


"Raphèl maì amècche zabì almi",
cominciò a gridar la fiera bocca,
cui non si convenia più dolci salmi.

E ’l duca mio ver’ lui: "Anima sciocca,
tienti col corno, e con quel ti disfoga
quand’ira o altra passïon ti tocca!

Cércati al collo, e troverai la soga
che ’l tien legato, o anima confusa,
e vedi lui che ’l gran petto ti doga".

Poi disse a me: "Elli stessi s’accusa;
questi è Nembrotto per lo cui mal coto
pur un linguaggio nel mondo non s’usa.

Lasciànlo stare e non parliamo a vòto;
ché così è a lui ciascun linguaggio
come ’l suo ad altrui, ch’a nullo è noto".
(Inferno, XXXI)



G. Doré, Nembrotto.



Valerio Evangelisti, La luce di Orione, "Piccola Biblioteca Oscar Mondadori", 618, Mondadori, Milano, 2008, 345 pagine.


la copertina


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