giovedì 29 gennaio 2009

Il mare di legno

Come si rema su un mare di legno?


A Dutch Mastiff with Dunham Massey in Background, Jan Wyck, Dunham Massey, Altricham, National Trust Photographic Library)

Jonathan Carroll, Il mare di legno (The Wooden Sea, 2004), "Lain", 11, Fazi, Roma, 2004, traduzione di Lucia Olivieri, 310 pagine.

Terzo romanzo (dopo Kissing the beehive e Marriage of the Sticks) ambientato nell'immaginaria cittadina di Crane's View, nello stato di New York, che segna il ritorno di Frannie McCabe, capo della polizia, già protagonista del Matrimonio dei Fiammiferi.
L'arrivo di un cane a tre zampe, una piuma e degli alieni catapultano la vita di Frannie McCabe in una dimensione surreale dove dovrà convivere con la sua versione ventenne e conoscerà cosa gli riserva la sua vecchiaia.



Quel che vai con gli occhi cercando/vai negli occhi portando. Meister Eckhardt (epigrafe)

Ma in un matrimonio è necessario fare qualche compromesso. La tua compagna ti dà la longitudine, e tu le dai la latitudine. In questo modo, se siete fortunati, riuscite a disegnare la mappa di un mondo comune che entrambi siete in grado di riconoscere e abitare comodamente. p.29

Lei ha fatto un respiro lungo e profondo. Uno di quei respiri che si fanno prima di dire qualcosa che cambierà tutto, che trasformerà definitivamente il tuo mondo, una volta detta. p. 32

«Quanti anni hai, Frannie?».
«Quarantotto».
«Hai notato che col passare degli anni anche il significato delle parole cambia? Quando ero giovane pensavo che vecchio volesse dire averne cinquant'anni. Adesso che ho cinquant'anni, per me vecchio vuol dire ottanta. Quando avevo vent'anni, credevo che la parola amore volesse dire una donna sexy e un bel matrimonio. Adesso provo amore solo per il mio lavoro, per Chuck e per questo albero. E mi basta».
Ho piantato la vanga nel terreno e mi sono tirato su facendovi leva. «Non mi stai semplicemente dicendo che tutto è relativo?».
«No, sto dicendo qualcosa di completamente diverso. Nel corso della nostra esistenza le nostre definizioni delle cose cambiano radicalmente, ma dato che il mutamento è graduale non ce ne accorgiamo. Col passare degli anni, i nostri vecchi nomi non sono più adatti, ma li usiamo lo stesso». p.46

Qualche notte dopo l'ometto smanioso che si è installato nella mia vescica da quando ho raggiunto la quarantina mi ha svegliato chiedendomi di condurlo in bagno... IMMEDIATAMENTE! Benvenuta mezz'età, quel tempo della vita in cui si impara che nel proprio corpo ci sono parto che continuano a funzionare e altre che decidono do dare forfait. p.54

«Ho paura, Frannie».
«Anch'io».
«Tu? Ma se non hai mai paura, tu».
«Ho paura di perdere tutto questo un giorno senza averlo amato abbastanza. Ricordatelo: ama la vita ogni istante che passa. Amala anche per me quando te ne ricorderai». p.295



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