martedì 20 gennaio 2009

Stabat Mater




Noi siamo sepolte vive in una delicata bara di musica.

Tiziano Scarpa, Stabat Mater, "Supercoralli", Einaudi, Torino, 2008, 144 pagine (p).

Il Pio Ospedale della Pietà, fondato a Venezia nel 1346, era un istituto religioso che accoglieva orfani e bambini malati o indigenti.
Mentre i maschi venivano ospitati fino ai 15 anni, le ragazze venivano avviate all'educazione musicale rimanendo nell'organico dell'Ospitale o lasciando la Pietà solo dopo il matrimonio, spesso combinato dall'Istituto.
Il termine "conservatorio" deriva infatti da questa usanza, di origine napoletana, di avviare alla musica gli orfani "conservati" negli istituti.
Dei quattro ospedali veneziani, quello di Santa Maria della Pietà è quello che ha goduto di maggiore fama; la bravura esecutiva delle ragazze e la direzione di maestri del calibro di Antonio Vivaldi, Francesco Gasperini e Nicola Porpora atrassero infatti principi e cultori della musica da tutta Europa.
La più famosa delle "figlie di Choro" fu Anna Maria Dal Violin, allieva di Vivaldi, ma altre sono citate e furono ammirate durante le loro esecuzioni.

Anche la differenza principale l'ho imparata dal dipinto che sta sopra l'altare, con tutti quei bambini mostruosi, ognuno con un paio d'ali piantate sulle spalle. Fra le cosce avevano un'altra imperfezione, un difetto più piccolo ma non meno bizzarro. A ciascuno di loro, dal primo all'ultimo, pendeva un dito grassoccio e senza unghia. Al pari delle ali, credevo che anche quella fosse una prerogativa di quegli esseri eccezionali. Come sono fatti gli uomini, sono venuta a saperlo dal sesso degli angeli. p. 40

I bambini sono la paura di morire che fugge via dai nostri corpi mortali. p.46

Noi siamo una parvenza che secerne musica. Siamo fantasmi che soffiano una sostanza impalpabile. Noi risultiamo belle perché siamo misteriose e spargiamo bellezza nell'aria, la menzogna della muscia maschera la nostra afflizione. p. 50

- C'è una grande consolazione nella monotonia. Le abitudini servono a cullare gli animi che non hanno nessun altro abbraccio che li riscaldi. p. 66

- Ti facevo molto più disincantata. Più dura.
- Guarda che è molto più disincantato amare che essere amati. Non aspettarsi niente da nessuno. p. 98



Dalla busta del registro ho sottratto il segnale, la mezza rosa dei venti che ho rubato dall'archivio dell'Ospitale. L'ho buttata in mare questa notte, come buon auspicio, come suggerimento alle correnti, perché si orientino per il verso giusto e ci portino dove mi aspetta la mia sorte.

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