lunedì 12 gennaio 2009

Il teatro di Sabbath




Morris Sabbath
"Mickey"
Amato Puttaniere, Seduttore,
Sodomizzatore e Sfruttatore di Donne,
Distruttore della Morale, Corruttore della Gioventù
Uxoricida
Suicida
1929 - 1994

Philip Roth, Il teatro di Sabbath (Sabbath's Theater, 1995), "ET Scrittori", 638, Einaudi, Torino, 2006, traduzione di Stefania Bertola, 479 pagine.

Per narrare la storia del burattinaio Morris Sabbath, Roth attinge a tutta la sua versalità.
Dopo un breve inizio grottesco, i toni diventano subito quelli tipici di tutti i romanzi con Roth come protagonista. Questo stile serve per descrivere la storia della famiglia di Sabbath fino alla morte del fratello.
Quando la narrazione si sposta nel presente del secondo matrimonio di Mickey, Roth mette al sevizio tutta la forza comunicativa per qualcosa di molto vicino alla pornografia. Memorabile, in questo senso, la trascrizione della telefonata di Sabbath con Kathy Goolsbee e trasmessa dalla S-A-B-B-A-T-H (Women Against) Sexual Abuse, Belittlement, Battering And Telephone Harassment. Compare anche Jinx l'infermiera che odiava gli ebrei coprotagonista di Operazione Shylock.
Nel finale, la lucida disperazione dell'ex-burattinaio, è descritta in maniera drammatica ed intensa con i toni che saranno quelli di Pastorale americana.

Giura che non scoperai più le altre o fra noi è finita. Questo l'ultimatum, il delirante, improbabile, assolutamente imprevedibile ultimatum che la signora cinquantaduenne impose tra le acrime al suo amante sessantaquattrenne, il giorno in cui il loro legame, di stupefacente impudicizia e altrettanto stupefacente riservatezza compiva tredici anni. p.5

Drenka era una croata bruna, un tipo italiano, proveniente dalla costa dalmata, piuttosto piccoletta, come Sabbath, una donna piena e soda attestata sul più provocante limitare del sovrappeso, con una figura che nei momenti di massima floridezza rammentava quelle statuette di creta modellate nel 2000 avanti Cristo, bambolette grasse con grosse poppe e grandi cosce trovate negli scavi dall'Europa all'Asia Minore e adorae sotto unadozzina di nomi diversi come grande madre degli dei. p.7

- Sbagliato, - le rispose lui [...] - i segreti rendono avventurosi, i segreti rendono ripugnanti, rendono soli, rendono seducenti, rendono audaci, , rendono imbecilli, i segreti rendono perduti, rendono umani, rendono... p.64

- Negarlo. Non "negare". E' un verbo transitivo, o almeno lo è stato finché in questo paese non si è diffuso il linguaggio degli imbecilli. p.99

E quella fu la prima volte in cui comprese, e ammise, quello che doveva fare. Il problema rappresentato dalla sua vita non sarebbe mai stato risolto. non era un genere di vita con scopi precisi, e i mezzi per realizzarli, una vita in cui fosse possibile dire : "Questo è essenziale e questo no, questo non lo faccio perché non posso sopportarlo, e questo invece lo faccio perché posso sopportralo". Non c'era modo di districare un'esistenza in cui la ribellione era l'unica disciplina, e di cui costituiva l'unico piacere. p.119

Senza casa, senza moglie, senza amante, senza soldi... buttati in quel gelido fiume e annegati. Nasconditi nei boschi e addormentati, e se mai domattina dovessi svegliarti, continua a inoltrarti fincé ti sarai perduto. p.119

Il che dimostra semplicemente quello che prima o poi impariamo tutti: l'assenza di una persona può stroncare la persona più forte. p. 151

Senza moglie, senza amante, senza soldi, senza vocazione, senza casa.. e adesso, come se non bastasse, alla macchia. Se non fosse stato troppo vecchio per imbarcarsi di nuovo, se le sue dita non fosser state rovinate dall'artrite, se Morty fosse vissuto e Nikki non fosse stata pazza, o se lui non fosse stato... se non fossero esistiti la guerra, la follia, la perversione, la morbosità, l'imbecillità, il suicidio e la morte, era probabile che lui sarebbe stato molto più in forma. p.157

... tutte scritte a mano con inchiostro blu. Penna stilografica. L'ultima ragazzina in America che usa la stilo. A Bahia non dureresti cinque minuti. p.183

Sotto l'incantesimo triste del giorno che finisce, del crepuscolo fumoso sul calar dell'anno, della luna così ostentatamente superiore al volgare, meschino sproloqui di questa nostra esistenza sublunare, perché mai Sabbath esita? I Kamikazi sono tuoi nemici comunque, che tu faccia o non faccia, quindi tanto vale fare. Si, certo, se ancora puoi fare qualcosa, allora devi farlo, questa è la regola aurea dell'esistenza sublunare, che tu sia un verme tagliato in due o un uomo con una prostata come una palla da biliardo. Se ancora puoi fare qualcosa, fallo! Tutto ciò che vive, questo lo sa. p.250

In quanta stupidità dobbiamo calarci per raggiungere alla nostra meta, quali sconfinati errori bisgona saper commettere! Se qualcuno te lo dicesse prima, quanti errori dovrai fare, tu diresti no, mi spiace è impossibile, torvatevi qualcun'altro; io sono troppo furbo per fare tutti quegli errori. p.421

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