Alexandre Cabanel (1823-1889), Ophelia, 1883, olio su tela, collezione privata.
Amélie Nothomb, Igiene dell'assassino (Hygiène de l'assassin, 1992), "Le fenici tascabili. Narrativa", 55, Guanda, Parma, 2002, traduzione dal francese di Biancamaria Bruno, 175 pagine.
“Certo, ma è la metafora di quello che fa lei.”
“Che ne sa delle metafore, giovanotto?”
“Ma... quello che sanno tutti.”
“Eccellente risposta. A gente non sa niente delle metafore. È una parola che si vende bene, perché ha un portamento fiero. 'Metafora': l'ultimo degli ignoranti percepisce che viene dal greco. Una raffinatezza incredibile, queste etimologie fasulle, veramente, quando si conosce la spaventosa polisemia della preposizione metá e la neutralità buona per tutte le stagioni del verbo phéro, per essere in buona fede, bisognerebbe concludere che la parola 'metafora' significa qualunque cosa. D'altronde, a sentire l'uso che se ne fa, si arriva a conclusioni identiche.
“Che intende dire?”
“Quello che ho detto, esattamente. Non mi esprimo per metafore, io.” pp. 19-20
C'è gente così sofisticata da leggere senza leggere. Come uomini-rana, attraversano i libri senza prendere una goccia d'acqua. p.54
Quante volte ho domandato a persone intelligenti: 'Questo libro vi ha cambiato?' E mi hanno guardato, gli occhi sgranati, con l'aria di dire: 'Perché avrebbe dovuto cambiarmi?'” p.54
Guardi, prendiamo un grande libro di bellezza: Viaggio al termine della notte. Come non essere un altro dopo averlo letto? Ebbene, la maggioranza dei lettori, superano quel tour de force senza difficoltà. Dopo ti dicono: 'Ah si, Celine è formidabile' e poi tornano ai fatti loro. È evidente, Celine è un caso estremo, ma potrei citarne altri. Non si è mai gli stessi dopo aver letto un libro, anche se è modesto come un Léo Malet: ti cambia, Léo Malet. Non si guardano più come prima le ragazze con l'impermeabile quando si è letto Léo Malet. È molto importante! Modificare lo sguardo: è questa, la nostra opera più grande. p.55
Dimenticare qualcuno: ha pensato a cosa significa? L'oblio è un oceano gigantesco sul quale naviga un solo naviglio, che è la memoria. Per la maggioranza degli uomini, quel naviglio si riduce a una miserabile bagnarola che fa acqua alla minima occasione, e il cui capitano, personaggio senza scrupoli, pensa solo a fare economia. p.159
la copertina
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