domenica 22 febbraio 2015

Pantumas

Ortacesus, mietitura (Sardegna Digital Library)

Salvatore Niffoi, Pantumas, "I Narratori", Feltrinelli, Milano, 2012.

Era uno scampolo di gugno, di quelli che all'imbrunire portano nuvole che si srotolano nel cielo come lunghe garze insanguinate.

Si sedette accanto al marito e lo accarezzò, proprio come avrebbe fatto una madonna che aveva capito che ogni Cristo si doveva prendere con le piaghe e con la croce, se no che amore sarebbe mai stato?

Che bello sarebbe stato portarlo altrove Chentupedes, fargli vedere il mare, farlo sorridere!
I paesi che non conoscono il mare sono tutti un poco tristi, soffrono di una malinconia profonda perché sono pastinati in terra e non possono immaginare tutta la bellezza di quell'immenso blu. Ma il paese dei Niala-Carbia, a dispetto del suo nome, Centopiedi, non si muoveva di un passo. Era sempre fermo e uguale a se stesso, e non cambiava mai, proprio mai.

Gli uomini, dalla pace e dalla guerra non hanno mai imparato niente, perché niente hanno imparato da quello che gli passa sotto gli occhi tutti i giorni. Il cielo è per tutti solo un'immensa spugna che di notte si scurisce per le vergogne del mondo.

La copertina

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