venerdì 6 febbraio 2015

Inganno

Philip Roth, Inganno (Deception: A Novel, 1990), "ET Scrittori", 1418, Einaudi, Torino, 2006, traduzione dall'inglese di Raul Montanari.

– «Lui non ha scritto nessuno dei suoi libri. Sono stati tutti scritti dalle sue amanti, una dopo l’altra. Io ho messo giù gli ultimi due e mezzo. E anche quegli appunti che ha preso di suo pugno erano sotto la mia dettatura.»

– Quest’anno compirò gli anni un’altra volta.

– Una delle ingiustizie dell’adulterio è che quando paragoni il tuo amante a tuo marito l’amante non lo vedi mai in quelle situazioni terribilmente squallide, mentre litiga per la verdura o fa bruciare il toast o si dimentica di fare una telefonata o imbroglia qualcuno o si fa imbrogliare da qualcuno. Tutte queste cose, secondo me, la gente le tiene deliberatamente fuori dalle relazioni amorose.

– È vero, con l’amante la vita di tutti i giorni passa in secondo piano. La sindrome di Emma Bovary. Nel primo impeto della passione di una donna, qualsiasi amante è Rodolphe. L’amante che le fa gridare a se stessa: «Ho un amante! Ho un amante!» «Una sorta di seduzione permanente» la chiama Flaubert.

– Be’, io la penso così. Io penso che certe relazioni… sai, una persona non è libera di raccontare bugie o nascondere la verità…, insomma, qualunque sia il motivo, daranno anche tremendamente fastidio ma ci sono esistono.

Ho immaginato di avere, io, fuori dal mio romanzo, una storia d’amore con un personaggio che sta dentro il mio romanzo. Se Tolstoj avesse immaginato di innamorarsi di Anna Karenina, se Hardy avesse immaginato di avere una storia d’amore con Tess…

Compromettere un «personaggio» non mi porta dove voglio arrivare io. Quello che arroventa davvero la situazione è il compromettere me stesso. Rende l’accusa, come dire, più succosa, il fatto di infangare la mia persona.

Quando scrivo storie inventate dicono che faccio dell’autobiografia, quando faccio dell’autobiografia dicono che sono storie inventate, e allora, visto che io ho le idee così confuse e loro invece sono tanto in gamba, che siano loro a decidere cos’è o cosa non è.

La copertina

 
 
 

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