martedì 15 gennaio 2013

Il signor Calvino


Gonçalo M. Tavares, Il signor Calvino (O Senhor Calvino, 2005), "Prosa contemporanea", Guanda, Parma, 2007, traduzione dal portoghese e postfazione di Roberto Mulinacci, disegni di Rachel Caiano, 79 pagine.

Dall'alto di più di trenta piani, qualcuno lancia giù dalle finestre le scarpe di Calvino e la sua cravatta. p.9

La farfalla si posa sulla sua ombra come se questa fosse una superficie - un tappeto nero finissimo - e non un'illusione. p.11

Questo sistema, che volgarmente si chiamava palloncino, in fondo circondava con un sottile strato di lattice una piccolissima parte della totalità dell'aria del mondo. p. 16

Ma se dobbiamo ammirare la buona memoria del passero che vola esattamente come il suo antenato Archaeopteryx, d'altra parte possiamo anche criticarne la mancanza di evoluzione, effetto evidente dell'assenza di nuove idee. Chiamare conservatore qualcosa che vola nello stesso modo dell'Archaeopteryx non sembra, dunque, un insulto eccessivo. Passero conservatore! p.35

Per allenare i muscoli della pazienza il signor Calvino metteva un cucchiaio da caffè, piccolino, accanto a una pala gigante, pala utilizzata abitualmente in opere di ingegneria. Subito dopo, imponeva a se stesso un obiettivo non negoziabile: un mucchio di terra (50 chili di mondo) da trasportare dal punto A al punto B - punti situati a 15 metri di distanza l'uno dall'altro. L'enorme pala rimaneva sempre per terra, ferma, ma visibile. E Calvino utilizzava il minuscolo cucchiaino da caffè, tenendolo con tutti i muscoli disponibili, per eseguire il compito di trasportare il mucchio di terra da un punto all'altro. Con il cucchiaino ogni minimo pezzo di terra era come accarezzato dalla curiosità attenta del signor Calvino. p.47

La memoria non era un semplice magazzino di cose antiche di cui lui avesse la chiave. p. 57

Voleva andare diretto, senza deviazioni, in un posto dove si sentisse perduto. p.57

Passò in quel momento accanto a lui una coppia di innamorati, che tra il mordicchiarsi le labbra e il sussurrarsi parole a meno di un centimetro si divertivano in quello spazio minuscolo tra di loro, dove qualcuno, di sicuro, doveva aver costruito un parco di divertimenti, invisibile agli occhi degli altri. p.59

Era possibile passare un giorno intero a dire bugie, ma impossibile passarlo a dire la verità. Tutte le relazioni personali, sociali e tra nazioni sarebbero crollate. p.62

Era alla fine di Via Sevignon. p.70

la copertina





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