lunedì 2 agosto 2010

Metafisica dei tubi


La mia conclusione fu senza appello: tra tutti i pesci, il più insulso - e anche l'unico - era la carpa.



Disegno di Tsukioka Yoshitoshi (1839-1892)


Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi (Métaphysique des tubes, 2000) "Le Fenici Tascabili", 112, Guanda, Parma, 2004, traduzione dal francese di Patrizia Galeone, 121 pagine.


Il tempo è un'invenzione del movimento. Chi non si muove non si accorge del tempo che passa. p.15

"Il piacere è una meraviglia che mi insegna che io sono io. Io sono la sede del piacere. Io sono il poacere: ogni volta che ci sarà il piacere, ci sarò io. Non esiste piacere senza di me, non esisto io senza piacere !" p.28

L'acqua aveva paura quanto me: come i bambini timidi, andava avanti e indietro initerrottamente. La imitai. p.55

Improvvisamente sfuggii ala pesantezza terrestre: il fluido s'impandromì di me e mi appollaiò sulla sua superficie. Urlai di piacere. Maestosa vome Saturno, col salvagente come anello, rimasi in acqua per ore. Fu necessario farmi uscire con la forza.
- Mare!
Fu la settima parola. p.55

Pare che tutti i fratelli maggiori siano così: forse bisognerebbe sterminarli. p.70

Non era tanto per gentilezza che avevo mentito. Piuttosto perché nessun linguaggio conosciuto avrebbe potuto avvivcinarsi alla forza del mio risentimento, perché nessuna parola sarebbe stata all'altezza della mia delusione. p.102

Senza saperlo stavo assistendo alla rilevazione d una delle leggi più soprendenti dell'universo: ciò che non avanza regredisce. C'è la crescita e poi il declino; in mezzo, non c'è niente. L'apogeo? Non esiste. È un'illusione. p.109

In seguito non è successo più niente. p.112

la copertina







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