"A mano a mano che il giardino della memoria si inaridisce, [...] si accudiscono con passione estrema gli ultimi alberi e le ultime rose rimasti. Per non farli avvizzire, li bagno e li curo tutto il giorno. Ricordo, ricordo, in modo da non dimenticare." p. 24
[...] la sera di un lungo giorno, un uomo lasciato solo nella sua poltrona ad essere se stesso è come un viaggiatore che torna a casa dopo un viaggio lungo e avventuroso. p.201
Il buio si stava dissolvendo a poco a poco, ma la città sembrava voler trattenere la notte ancora a lungo, come la faccia buia di un pianeta remoto. p.217
Viviamo una vita limitata, vediamo pochissimo e non sappiamo quasi niente; quindi, se non altro, sogniamo un po'. p.230
[...] chi non ha scoperto il modo di essere se stesso è condannato alla schiavitù; le razze alla degenerazione, le nazioni alla scomparsa, al nulla. Sì, al nulla. p.448
L'aspetto più orribile di tale tipo di intimità, secondo lui, era che anche una donna ordinaria, priva di attributi particolari, può, senza che ce ne accorgiamo, invadere una parte notevole dei nostri pensieri. p.460
Oggi di Rüya mi rimane solo questo testo, queste pagine oscure, buie, nere come la pece. p.491
la copertina
martedì 20 aprile 2010
Il libro nero
Orhan Pamuk, Il libro nero (Kara Kitap, 1990) "Narrativa", Frassinelli, 1996, traduzione dal turco di Mario Biondi, 492 pagine.
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