martedì 21 luglio 2009

Tortuga





Una delle prime bandiere, Jolly Roger, utilizzata da Bartholomew Roberts


Valerio Evangelisti, Tortuga, "Strade Blu", Mondadori, Milano, 2008, 330 pagine

Tortuga, uno dei tredici paradisi della pirateria dei caraibi, l'isola dove i pirati (filibustieri, Fratelli della costa) sperperavano i soldi delle loro razzie in rum e puttane, dove vivevano le loro mogli e i loro schiavi (che spesso coincidevano), dove si riposavano sotto lo sguardo benevolo ed interessato della Compagnia francese delle Indie Occidentali e della corona francese.
Tortuga, uno di quei posti reali completamente trasfigurati dal loro passato storico e mitico...

Evangelisti ha deciso di raccontare la Filibusta nel periodo declinante del suo fasto. La sua naturale vocazione al racconto hanno prodotto una storia che fa incrociare, nel mare dei caraibi, un gesuita portoghese accusato dell'assassinio infame, in carcere, del ministro delle finanze francese, Nicolas Fouquet, avversario di Colbert, il Cavalier de Gramont, conquistatore di Veracruz, e uno dei filibustieri più romanzati della storia della pirateria, Laurens de Graff. Anche i due medici e scrittori Raveneau de Lussan e Exquemelin trovano spazio nell'affresco collettivo accanto alla storia della nascita della "Bamba", la famosa canzone portata al successo da Ricky Valens ma risalente, parrebbe, all'assedio di Veracruz.
E proprio tra il saccheggio di Veracruz e quello (meno renumerativo) di Campeche, nel 1685 si collocano le vicende narrate nel romanzo. Le licenze storiche ci sono (soprattutto verso la fine) ma la descrizione della vita quotidiana è rigorosa e documentata.
Il giudizio dello scrittore nei confronti del fenomeno storico della pirateria è chiaramente negativo. La pirateria è rappresentata come una struttura volta all'unico fine di accumulare ricchezze. Certo, Evangelisti colloca la pirateria nel più ampio scenario della colonizzazione delle americhe e le concede le giustificazioni storiche sottolineando alcune delle cause che ne decretarono la nascita e lo sviluppo. Da uno scrittore come Evangelisti, poi, ci sia aspetta, e lo si trova nel romanzo, una impietosa condanna della colonizzazione europea.
Nonostante le critiche storiche che colpiscono l'idea della pirateria, abbastanza in voga oggi, come uno spazio libertario, dalle parole del romanzo traspare però anche un'ammirazione, una partecipazione agli aspetti più romantici e avventurosi della Filibusta. Evangelisti, cioè, non pare essere immune dal fascino dei galeoni e delle sciabole, degli arembaggi e delle truppe variopinte e indisciplinate che solcarono i sette mari attaccando galeoni spagnoli ed eleggendo i loro capitani...
Chi, in fondo, può parteggiare per dei galeoni spagnoli gonfi delle ricchezze grondanti sangue di indigeni e schiavi?



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