Philip Pullman, La lama sottile (The Subtle Knife, 1997), Salani, Firenze, traduzione dall'inglese di Alfredo Tutino, 1997, 290 pagine.
la copertina
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L'idea rimase, lì. a mezz'aria, luccicante di delicati riflessi, come una bolla di sapone, e lei non osò guardarla direttamente per paura che scoppiasse via. Però sapeva bene come sono fatte le idee, e la lasciò luccicare in pace, distogliendo lo sguardo, pensando a qualche altra cosa.
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Estrella riemerse dal confessionale piena di rinnovata purezza, l'anima rigenerata, l'imene spirituale tornato al suo posto. Il confessore ne fu trascinato fuori con le orecchie sanguinanti, l'espressione paralizzata in un rictus di estasi frustrata (la penitenza di Estrella, settantatré milioni di Ave Maria, fu ridotta dopo la richiesta di appello di Banducci a cinque stazioni di Via Crucis e dieci settimane da maestra di cerimonie del bingo in diretta sul canale televisivo vaticano). Nostra Signora delle calze a rete, p. 52.
Mentre Mendez moriva, gli sposi sentirono un rumore sordo. Si voltarono e videro i Santi Proiettili cadere uno alla volta sul pavimento del santuario, come le lacrime di piombo di un Dio che ridacchia., Nostra Signora delle calze a rete, p. 58.
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Cosmetico, l’uomo si lisciò i capelli con il palmo della mano. Doveva essere impeccabile perché l’incontro con la sua vittima avvenisse a regola d’arte.
– Gli esseri della sua specie sono sempre convinti che gli altri provino interesse per loro.
– Il peggio è che hanno ragione.
Vede, gli adulti insegnano ai bambini a dire buongiorno alle signore e a non ficcarsi le dita nel naso: non gli insegnano a non uccidere i compagni di scuola. Avrei provato più rimorso se avessi rubato le caramelle da una bancarella.
Le stavo dicendo che l’essere umano è una cittadella e i suoi sensi ne sono le porte. L’udito è l’entrata custodita meno bene: e da qui la sua sconfitta.
– Crede che le persone malate di senso di colpa abbiano davvero bisogno di un motivo serio? Il mio nemico interiore era nato col favore della zuppa per gatti: avrebbe potuto trovare altri pretesti. Quando si è destinati a diventare colpevoli, non è necessario avere qualcosa da rimproverarsi. Il senso di colpa si aprirà un varco con qualsiasi mezzo. È la predestinazione.
– Abbia il senso delle sfumature, per favore.
Al mondo non c’è niente di più incomprensibile dei volti, o meglio, di certi volti: un insieme di tratti e di sguardi che d’improvviso diventano la sola realtà, l’enigma più importante dell’universo, che si guarda con sete e con fame, come se vi fosse inciso un messaggio supremo.
– Già, smancerie. A un divoratore di peperoncino non può proporre un timballo di riso.
Ogni volta che l’uomo sbatteva la testa contro il muro, sottolineava il suo gesto con un grido. Urlava: “Libero, libero, libero!”
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Ė così che funziona, quando si sta dalla parte giusta del patibolo: ci si illude di poter avere sempre l'ultima parola. p. 32la copertina